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Obiettivo raggiunto: Claudio Colacino è arrivato a Capo Nord

CAPO NORD. E’ arrivato alla meta il canavesano Claudio Colacino, 55 anni. Il ciclista è approdato a Capo Nord con la sua bicicletta e si è fatto immortalare davanti al monumento simbolo (un mappamondo tecnologico) che si affaccia sul Mare Glaciale Artico. Per arrivare  sul promontorio considerato quello più a nord d’Europa, Colacino ha percorso oltre cinquemila chilometri. Il tracciato preventivato all’inizio avrebbe dovuto essere di 4.850 chilometri, ma il ciclista piemontese ha dovuto compiere una lieve variazione del tracciato (mancava il visto turistico per poter coprire qualche centinaio di chilometri in Russia), percorrendo di fatto circa 200 chilometri in più.

Colacino è partito il 16 giugno in sella alla sua bicicletta e da allora non ha mai smesso di pedalare.  «E’ stata dura – ci racconta al telefono – ma mi ero preparato per arrivare a Capo Nord in un mese e mezzo. Lo sognavo da tanti anni e finalmente posso dire di poter aggiungere un altro traguardo. E’ filato tutto liscio e sono davvero soddisfatto. L’unico piccolo imprevisto alla frontiera russa. Mi mancava il visto e non mi hanno fatto passare sulla strada anche se avrei dovuto percorrere una manciata di chilometri. Così ho dovuto allungare un po’ il tragitto per approdare alla Pensiola scandinava».

Nel suo percorso per poter vedere il sole di mezzanotte, il ciclista piemontese è transitato sulle strade di Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia e Norvegia. L’impresa in solitaria, come quasi tutte quelle realizzate dal 2006 ad oggi, Claudio Colacino l’ha studiata a tavolino e ha pianificato tutto, proprio perché in pedalate estreme come questa è vietato sbagliare. Prima di partire, sulla sua bicicletta ha sistemato tutto l’occorrente per dormire (tenda, stuoino, sacco a pelo, pentole e fornellino per cucinare) e gli abiti di ricambio, un k-way per quando piove e tira vento e anche un paio di felpe, perché le notti nei paesi nordici talvolta sono freddine.

In precedenza il ciclista di Lanzo aveva completato altre imprese sulle due ruote, ma nessuna impegnativa come questa. Nel 2006 aveva raggiunto la Calabria e dieci anni più tardi era arrivato sino in Sicilia in sella alla sua inseparabile bicicletta. L’anno scorso, invece ha raggiunto Barcellona. Tracciati decisamente più alla portata rispetto a quest’ultimo. Ci scherza su Claudio: «Evidentemente sono come il buon vino che invecchiando migliora». Chissà che  nel 2019 riesca a stupirci con qualcosa di ancor più impegnativo.

Redazione

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