Lingua & tradizioni piemontesi

Chieri, da oltre 800 anni si ripete la tradizione contadina

CHIERI. Anche quest’anno il 21 maggio a Chieri, con l’incedere greve tra le auto di una  coppia di giganteschi buoi, si è svolta  la secolare tradizione per rinnovare la protezione contadina e rendere omaggio ai Santi Giuliano e Basilissa,  promossa dalla Confraternita e dall’Associazione Coltivatori Chieresi.

E’ questa un’usanza che affonda le radici nella notte dei tempi, da quel giorno del 1187 quando i contadini designarono i Santi loro protettori, ogni anno si rinnova la novena celebrata nelle chiese campestri e la S. Messa in Duomo, a cui segue la solenne processione per le vie della città, con l’urna che contiene le reliquie e una cassetta con le primizie dell’orto a simboleggiare l’offerta dei frutti della terra, posti sul carro trainato da una coppia di buoi bianchi ed accompagnata dalla doppia fila degli agricoltori, ciascuno con un cero. Con questa ricorrenza  i coltivatori ne onorano la memoria, domandando protezione per i raccolti ed altre calamità del mondo contadino ed al contempo formulando gratitudine per i frutti della terra ottenuti dalle loro fatiche.

Una incisione con l’arrivo a Chieri del carro con le reliquie

Giuliano e Basilissa vissero nel IV secolo d.c. nei pressi di Antiochia, antica città poco distante dall’odierna Siria, figli di nobili famiglie e di ardente fede cristiana si unirono in matrimonio, ma il loro fu uno sposalizio spirituale suggellato da un voto di castità. Quando restarono orfani destinarono tutte le  ricchezze ai poveri e fondarono entrambi un monastero, ma la loro attività non sfuggì all’imperatore Diocleziano, vennero catturati con i loro seguaci e martirizzati.

I santi Giuliano e Basilissa

Le reliquie di Giuliano e Basilissa sarebbero poi state portate a Chieri da un cavaliere  crociato nel 1098 e deposte nella chiesetta di Sant’Anna tra le campagne di Chieri e Andezeno. Col tempo la chiesa cadde in rovina e le reliquie per non essere trafugate vennero sepolte in un terreno accanto e poi se ne perdette memoria. Il 21 maggio 1187 durante i lavori di aratura dei campi, un contadino le ritrovò ma si accese subito una disputa tra Chieri ed Andezeno per chi dovesse conservarle poiché il luogo del ritrovamento era sul confine tra i due comuni.

L’urna con le reliquie

La soluzione venne trovata dal vescovo di Torino Arduino di Valperga, suggerì di caricare l’urna con le reliquie su di un carro trainato da due buoi bianchi, i quali posti tra i due paesi fossero liberi di procedere.Secondo la leggenda i buoi imboccarono la strada per Chieri e portarono le spoglie dei Santi fino al Duomo risolvendo così la disputa sulla rivendicazione.

Beppe Ronco

Torinese, appassionato di montagna e di fotografia, ha scritto alcuni libri sui castelli e sulle fortificazioni del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e dell’arco alpino.

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