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C’era una volta una pianta in fondo al prato che faceva le palle di neve a maggio…

C’era una volta una pianta in fondo al prato che faceva le palle di neve a maggio. Certo e si chiamava proprio così, viveva nei rustici orti e nei giardini e intorno alle case. Fioriva abbondante in questo mese, perché a maggio c’è dovizia di tutto di fiori e di frutti, di rose, di peonie e di fragole e lei sapendo forse quale fosse l’aspetto più bello, scelse il tondo. Da noi in Italia, non è escluso che fosse conosciuta fin dai tempi della Roma antica e prendesse parte agli orgiastici festini che si celebravano, intorno ai primi dì di maggio, in onore della dea Flora, gran madre della fecondità, della fertilità e del piacere. I dotti la citano a partire dal Seicento, epoca in cui fu apprezzata e molto diffusa in Inghilterra; è uno dei pochi alberi europei trapiantati in America dai colonizzatori inglesi affezionati alle loro palle di neve attorno a casa. C’era e c’è ancora, ed è un albero che cresce a forma cespugliosa e può raggiungere anche tre e più metri di altezza. Si chiama pure pallone di maggio, e pallone della Madonna in altre regioni, perché i suoi fiori bianchissimi, tanti e numerosi, sono riuniti a formare una perfetta sfera; l’ortensia tenta invano di emularlo ma si ferma a metà sfera il resto è rametto legnoso, il pallone invece è di una rotondità perfetta.

Il suo nome dotto è Viburnum opulus, e di viburni ce ne sono diverse e svariate piante sia per la qualità sia per le caratteristiche specifiche, tra cui alcune sempreverdi, alcune a foglia caduca, come questa pianta appunto. L’opulus sta a sottolineare che le sue foglie sono simili all’acero campestre, ma sono altrettanto simili per la loro forma alle foglie del ribes e alla foglia di vite. Per il carattere del suo tronco che ha la corteccia spugnosa e fa pensare al sambuco, difatti fu chiamato anche Sambuco Roseo.

Fra le tante varietà di viburno e quasi tutti dai fiori piccolissimi, questa è dotata dei fiori più grandi di tutta la specie ed è unica nel suo genere anche per il colore vistoso delle sue foglie d’autunno: un bel rosso carminio. D’autunno fa anche piccole bacche rosse, ma ad esse sono preferite di gran lunga i suoi fiori che recisi e messi in acqua durano oltre due settimane, portando una nota di vivace grandeur ai contenitori casalinghi che accolgono questi lunghi e ricurvi rami con tanta opulenza appesa.

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