Fiori & Piante

Ecco l’Ortensia, una bevitrice che cambia colore

Chi non ha provato la tentazione, dinnanzi ad un bel vaso di ortensia blu, di portarsi a casa questa piantina dai grandi fiori? Questa è l’Ortensia o Hydrangea, preferita da tutti e prodotta in vivaio dai fiorai; ce la portiamo a casa, ne godiamo la lunga fioritura e poi la piantiamo in un punto ombroso del giardino, dove ci si aspetta che l’anno successivo fiorisca tale e quale col suo doppio corimbo blu. Invece no! L’anno che segue e l’altro ancora sarà tornata al suo colore d’origine, rosa più chiaro o rosa più scuro, perché così vanno le ortensie coltivate e saturate di soluzioni additive adatte a garantirne la coloritura preferita. Poco ci manca che diventi una pianta annuale se la desideriamo sempre in vaso e di mostruosa grazia fiorita.

Chi vuole fare esperimenti con questa docile pianta, può provare a metterla in un terreno ombroso e poi aggiungervi limatura di ferro: però è bene che il terreno sia acido e abbia un humus che l’aiuti, perché, altrimenti, il calcio stesso presente nel terreno impedisce alla pianta di assimilare il ferro. Va detto che in natura le ortensie prendono da sole dal terreno il loro colore blu, azzurro, rosa o anche rosso granata. L’unica che non cambia mai il suo colore è la bianca Japonica.

Le ortensie a grandi cespugli negli ampi giardini, nei parchi, in questa stagione sono splendide e al massimo della loro fioritura; nei giardini di montagna hanno colori ancora più vividi e più tardi arriveranno ad avere una patina di verde e macchiette rosse che ne aumentano il fascino.

Deve il suo nome a una dama inglese, Mademoiselle Hortensia De Nassau, ma è più esatto chiamarla Hydrangea, che significa bevitrice d’acqua, per verificare la giustezza di questa affermazione, basta osservare la povera ortensia in vaso in una terrazza al sole d’estate: la si vede abbassare le foglie davanti alla calura, mentre i poveri fiori si raggrinzano. Se la si rivede verso sera avrà già disteso un po’ le foglie: è ora di innaffiarla abbondantemente, si vedrà che le stesse foglie sembrano riprendere consistenza e spessore in un batter d’occhio. Ciò dimostra che è una pianta che non dovrebbe mai stare al sole, ma col clima che l’aspetta anche all’ombra d’estate non c’è da scherzare e con le riserve d’acqua che scarseggiano, l’ubriacona sarà meglio non portarsela nelle terrazze. Ma è ingiusto che sia solo lei a rimetterci a causa del suo nome, perché ormai con questo sole estivo nessuna pianta in vaso resiste quindi più che d’acqua preventiviamo di fornire le terrazze di ombreggianti e avremo così il vantaggio di bagnare meno.

Una cosa interessante da sapere è che l’ortensia ci dà la misura del grado di umidità di una zona, sia di mare, sia in montagna o nei dintorni dei nostri paesi: se incontriamo ortensie belle e rigogliose significa che nell’aria c’è una gradevole umidità atmosferica.

Roxi Scursatone

Roxi Scursatone: artista e scrittrice. Ha frequentato l’Accademia Albertina e l’Ateneo torinese. Si è occupata da sempre di letteratura, critica d’arte e saggistica. Ha pubblicato il libro di critica letteraria “Breviario estetico di Gaia” (Genesi ed.) e “Jole con l’arte nei sandali” (Genesi ed.). Da più di un decennio suoi articoli e saggi brevi su artisti sono presenti sulla rivista “Vernice”. E per anni è sul periodico “Chiaravalle” con la sua rubrica dedicata all’arte e ai fiori. Suoi testi di poesia visiva sono stati pubblicati sulla rivista di poesia multimediale “Offerta speciale”.

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