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Carburante dall’anidride carbonica: un nuovo passo verso il rinnovabile?

TORINO. Il riscaldamento globale (conosciuto come global warming) è  una realtà concreta ed attuale e chi dice che non vi siano le prove o l’urgenza, magari facendo riferimento al famoso report dell’Hadley Center, che mostra un incremento della temperatura media terrestre di 0,02 °C per decade ed in netta diminuzione. Quindi, rispetto ai valori registrati prima del 1998, probabilmente non ha mai letto dell’attuale situazione dell’Artico, i cui ghiacci risultano fino 38 cm inferiori rispetto a quanto lo fossero prima del 1950. Nei “risultati principali” del Quinto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change o, in italiano, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico)  dal titolo “ Cambiamenti climatici: interventi, tendenze e implicazioni per le attività economiche” si legge: «Le attività umane, in particolare le emissioni di anidride carbonica, stanno provocando un prolungato e inequivocabile aumento delle temperature globali. Nonostante un recentissimo rallentamento nel ritmo di crescita (che secondo gli scienziati dell’AR5 è dovuto a un certo numero di fattori naturali), l’immagine generale è quella di un riscaldamento continuo».

La conclusione del report, non delle più rosee, è un monito ad un comportamento più civile e solidale: « La maggior parte degli aspetti dei cambiamenti climatici persisterà per molti secoli anche se le emissioni di CO2 si dovessero arrestare. Questo rappresenta una significativa responsabilità rispetto ai cambiamenti climatici da parte delle emissioni di CO2 passate, presenti e future».

Le soluzioni rispetto al problema CO2, fortunatamente, non sono poche: dal fotovoltaico all’idroelettrico, passando per l’eolico e lo sfruttamento delle biomasse, l’utilizzo e l’integrazione delle energie rinnovabili nelle nostre città e nelle nostre case ha compiuto passi importantissimi verso una maggior fruibilità e competività nel mercato. Insomma, grazie ai diversi stanziamenti pubblici e privati, la corsa “verde” coinvolge innumerevoli paesi ed aziende.

Arriva dal Canada quella che, sembra, potrebbe essere un incredibile rivoluzione: una nuova tecnologia, particolarmente economica, per estrarre l’anidride carbonica dall’atmosfera e sintetizzarla in carburante.  La “cattura” della CO2, bisogna specificare, non è assolutamente un processo nuovo: esplorato per la prima volta nel 1950 come “pre-trattamento”per il frazionamento dell’aria, si è poi rivelato estremamente costoso, fino a 1000 dollari a tonnellata di CO2. La nuova tecnologia di David Keith, professore di fisica all’università di Harvard e fondatore della Carbon Engineering, promette di abbassare questa cifra fino ad un massimo di 232 dollari.

Finanziata, in parte, dallo stesso Bill Gates, La Carbon Engineering si prefigge, entro il 2021, di costruire una prima centrale che permetterebbe di produrre carburante a un dollaro al litro. Nella nostra moneta, circa ottantasei centesimi.

«Spero di mostrare che la nostra è una tecnologia industriale fattibile, non una sorta di rimedio magico, ma qualcosa che possiamo realizzare», dichiara David Keith.

Redazione

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