Il 2024 è iniziato con due novità per il mercato gas: fine della Maggior Tutela gas (tranne che per i “vulnerabili”) e ritorno dell’Iva a scaglioni fino al 22% e non più agevolata al 5%.
Il ripristino dell’IVA ordinaria arriva dopo oltre due anni di misure di sostegno. Nel corso del quarto trimestre del 2021, con i primi segnali di una crisi che sarebbe peggiorata in modo significativo nel 2022, il decreto Taglia Bollette applicò una riduzione al 5% dell’IVA per il gas, indipendentemente dallo scaglione di consumo. L’IVA agevolata ha sostituito l’IVA ordinaria (del 10% fino a 480 Smc di consumo e del 22% oltre i 480 Smc oltre che sulle quote fisse) fino alla fine del mese di dicembre 2023. Il mancato rinnovo della misura da parte del Governo ha portato al ripristino dell’IVA ordinaria da gennaio 2024.
A parità di tutte le altre condizioni, si evidenzia che il ritorno all’aliquota ordinaria comporta un incremento della spesa del +13% per la famiglia tipo rispetto alla spesa che si sarebbe registrata con il rinnovo dell’Iva agevolata. Per una famiglia con consumi ridotti (consumo annuo di 400 Smc) l’impatto è minore, pari al +8%.
Bicchiere mezzo pieno: chi ha attivato una tariffa indicizzata al PSV può sfruttare a gennaio di un prezzo più basso del gas, con l’indice del mercato all’ingrosso passato da circa 45 centesimi a 38 centesimi per Smc (-15%). In generale, il prezzo del gas per il 2024 è previsto attualmente a ridosso dei 40 centesimi per Smc, valore simile a luglio 2021, prima della crisi energetica. Combinando l’effetto dell’Iva e il calo dei prezzi all’ingrosso, risulta che una famiglia tipo registrerà un rincaro della spesa del 6% (a parità di consumo) tra dicembre 2023 e gennaio 2024.
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