Infine, il premio assegnato a Massimo Ricci, consegnato dalle mani del sindaco di Asti Maurizio Rasero, il quale ha ringraziato l’associazione Astigiani per aver contribuito a restituire orgoglio alla storia e alla cultura locale. «La mia vita professionale è stata decisamente controcorrente – ha raccontato Ricci – ero laureato in giurisprudenza ma fin da piccolo avevo la passione per il disegno. Fu mio padre, nonostante avessi ricevuto diverse proposte di lavoro, a consigliarmi di seguire la strada dell’arte. Con il bavagliolone per il Bagna Cauda Day ho avuto il piacere di tornare al disegno umoristico che ho praticato per tanti anni su La Stampa di Torino. Ho scoperto di essere ancora capace di sorridere, in un momento non troppo allegro».
E, in conclusione della cerimonia, Sergio Miravalle (direttore della rivista Astigiani), ha lanciato una proposta al pubblico di Palazzo Ottolenghi per l’edizione 2019 del Bagna Cauda Day: «Il prossimo anno vorremmo dare all’evento una connotazione di pace. Ci siamo resi conto che la bagna cauda può essere gustata da persone di ogni religione, per questo la nostra idea è di farla preparare insieme da un cuoco cristiano, uno musulmano, uno ebreo». La benedizione di padre Enzo Bianchi fu immediata: «La vostra non è solo una sagra, se riuscirete a coinvolgere varie culture sarà un bel risultato. A tavola ci si riconcilia, ci si avvicina e si sconfiggono le paure. La convivialità contribuisce al cammino di umanizzazione che oggi è tanto necessario. Invito soprattutto i giovani a un’insurrezione delle coscienze, in opposizione a una logica di esclusiva ricerca del profitto».
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