TORINO. Parlare di auto a guida autonoma è, per certi versi, un “ritornare bambini”, entrare nel campo della sperimentazione e delle possibilità, dove nuove e vecchie tecnologie vengono applicate in maniera innovativa ad un ambito che, chi come pedone e chi come automobilista, ci coinvolge tutti.
Dall’Europa al Giappone, la storia dell’automatizzazione dei veicoli inizia nel 1977, con la produzione nei laboratori giapponesi Tsukuba Mechanical del primo veicolo in grado di riconoscere, autonomamente, la strada. Parliamo di un’auto che funzionava grazie a due telecamere montate sulla capote e la cui velocità era limitata ai 32 km\h; un progetto quasi “semplice” se comparato al successivo Mercedes Benz RobotVan, capace di una maggior reattività e di ben altra velocità, ma fu il primo passo nella creazione di questa tecnologia. Da qui in poi, si è percorsa una lunghissima strada e, progressivamente, alle telecamere sono stati aggiunti o sostituiti radar e sensori di varia natura. Dall’EUREKA Prometheus Project, che vide nella sua conclusione i prototipi gemelli VaMP e VITA-2 “guidare” autonomamente per mille chilometri sull’autostrada parigina ad una velocità massima di 130 km\h, si è arrivati, nel 2013, in Florida, California, Nevada e Michigan con l’approvazione di leggi a favore del transito pubblico di vetture a guida autonoma.
Ma torniamo alla nostra penisola. Mobileye, azienda israeliana leader ne
Un progetto che crea importanti aspettative, ma anche polemiche, soprattutto guardando all’incidente mortale che, il 18 marzo 2018, ha coinvolto una donna, la quarantanovenne Elaine Herzberg, investita da un’auto Uber a guida autonoma a Tempe, in Arizona. Le critiche vanno poi anche alla concorrenza che un possibile servizio pubblico potrebbe dare ai Tassisti.
«Per ora si parla di auto autonome di livello 3 o 4 con soggetti umano in grado di intervenire in caso di errori o problemi. Sappiamo che non basta una vettura autonoma per fare un settore e che ci sono lati inevitabilmente oscuri nelle innovazioni, ma cercheremo di assolvere al nostro ruolo di semplificare per chi vorrà interpretare il proprio compito nel rilancio di questo sviluppo», ha così dichiarato Pisano, assessore comunale all’innovazione.
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