Autismo, nasce un progetto per favorire l’inserimento

TORINO. Uno dei concetti fondamentali che devono passare relativamente all’autismo è che si tratta prima di tutto di una Condizione, una Neurodiversità, con caratteristiche assolutamente peculiari di processazione dei pensieri, delle informazioni, di visione della realtà“: questo il messaggio lanciato da Angsa Torino, associazione che, nata negli anni ’80 al fine di promuovere e creare una rete di servizi diretti all’assistenza socio-sanitaria, promuove la formazione degli operatori, il sostegno alle famiglie, la ricerca scientifica, con l’obiettivo di tutelare i diritti civili a favore delle persone con autismo e con Disturbi dello Spettro Autistico.

“CircLe Life”, promosso dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (la FISH) e da una rete di associazioni impegnate nel settore, tra cui Angsa Torino e Anffas Torino, è una nuova iniziativa che si pone l’obiettivo di valorizzare l’inserimento delle persone affette da Disturbi dello Spettro Autistico, spesso riassunti nell’acronimo DSA, e di garantirne il supporto per tutta la durata della vita, dalla diagnosi del disturbo fino al distacco dalla rete familiare di sostegno. Insomma, un vero e proprio “progetto di vita autonoma e indipendente”, che si basa sulle capacità e le caratteristiche proprie di ogni utente.

L’incidenza di diagnosi DSA nella regione Piemonte è di circa 3.8 per mille nella popolazione tra gli 0 e i 17 anni, numeri che, al di là dell’aumento dell’incidenza nelle fasce d’età più basse dovuto all’introduzione di nuovi parametri di Spettro Autistico, si sono essenzialmente mantenuti stabili nel tempo, dimostrando la necessità di ricercare un possibile approccio terapeutico o riabilitativo che possa coprire l’intero arco di vita della persona affetta da autismo.

Lo stato di disabilità dell’autismo non è intrinseco alla sindrome, ma può essere determinato e/o aggravato da un insieme di comorbidità (es: epilessia, disabilità intellettiva, depressione, etc.) e condizioni ambientali sfavorevoli come l’ignoranza (intesa come ‘non conoscenza’) generalizzata sull’autismo da parte del contesto clinico e sociale e la mancanza di percorsi adeguati, per le persone autistiche, sullo sviluppo delle loro potenzialità e sull’apprendimento di abilità adattive. Queste carenze aumentano esponenzialmente il disagio/malessere delle persone autistiche a tal punto da rendere inutilizzabile il loro potenziale e spesso facendole realmente ammalare”.

Ma in che cosa consiste precisamente il progetto CircLe Life? Primo step del progetto sarà l’apertura del “Centro Diurno Abilitativo” che, sito al secondo piano di via Nizza 151, si configurerà come una “struttura di passaggio” per preparare le persone affette da DSA all’entrata nel mondo del lavoro, uno dei momenti più importanti nel passaggio verso la vita indipendente.

Operativo già da maggio fino a novembre, la struttura ospiterà una prima fase di sperimentazione, seguita dalla supervisione del Dr. Roberto Keller, che coinvolgerà dieci soggetti in età adulta, ad “alto e medio funzionamento”.

Ancora oggi, alle persone con disabilità intellettiva, viene negata la possibilità di esprimere la propria volontà. Senza scivolare nell’ideologismo riteniamo che, con tutte le cautele e i sostegni del caso, tale possibilità debba essere data ed esercitata. Aiutiamoli in questo percorso partendo dalle persone in uscita dal percorso scolastico, dove non esiste nessun progetto strategico”, spiega il Presidente di FISH Piemonte e Direttore Anffas Torino, Giancarlo D’Errico.

Il “Centro Autismo d’intervento precoce”, “durante e dopo di noi” e Il “Centro Diurno Abilitativo”, tre sono le iniziative che, gestite da Anffas Onlus Torino, punteranno sull’integrazione dei ragazzi ed entreranno pian piano a far parte del progetto.

Dobbiamo impegnarci tutti insieme affinché sia soddisfatta la richiesta delle persone con disabilità intellettiva e relazionale di essere considerati alla pari con tutti gli altri, e perché tutti possano “consumare” cultura, arte, musica, sport, lavoro, affetti: in una parola, la vita!“, conclude D’Errico.

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