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Artuffo, il negozio torinese dei trenini compie 100 anni

Da sinistra: Giovanni, la signora Giovanna, Lorenzo e nonno Giuseppe Artuffo, 87 anni

TORINO. Chi è appassionato di modellismo ferroviario non può non conoscere Artuffo, una sorta di istituzione nel magico mondo dei treni in miniatura. Ma non solo quelli ovviamente, visto che nella sede di corso Giulio Cesare 82 si possono trovare auto statiche, auto Rc a scoppio oppure elettriche, aeromodellismo, elicotteri, droni, barche in legno da montare e barche a motore, kit di montaggio in plastica di vari marchi.

Artuffo proprio in questi giorni compie il suo secolo di vita, attraverso una tradizione che si tramanda da ben quattro generazioni, chiudendo di fatto un cerchio: da Giovanni a Giovanni, dal bisnonno classe 1893 al nipote classe 1985. Come racconta quest’ultimo, «l’attività è stata potenziata a partire dagli anni ’60 dai nonni Giuseppe e Celestina, attraverso lavoro e dedizione, che hanno trasformato il “bazar” del bisnonno Giovanni in un negozio specializzato in modellismo statico e dinamico. Il modellismo ferroviario è sempre stato il nostro fiore all’occhiello, per questa ragione nel 2010 abbiamo registrato il nostro marchio Artuffo Torino per la produzione di modelli di precisione in ottone dalla tiratura limitata».

Conclude Giovanni, che come detto rappresenta la quarta generazione di questa famiglia “spacciatrice di treni” che annovera ancora la mamma Giovanna, 61 anni, e Lorenzo, 30 anni, l’altro figlio, che on-line ha venduto pezzi in Australia e in Giappone: «I nostri modelli riproducono fedelmente gli storici treni trifase italiani seguendo una produzione di trifase intrapresa già dal nonno Giuseppe a partire dagli anni ’80. Questa produzione prendeva vita grazie alla collaborazione con la ditta svizzera Lemaco. Oggi portiamo avanti la nostra attività con passione con l’obiettivo di trasferire allegria e leggerezza alla nostra clientela che si rivolge a noi per momenti di gioco e svago. Chi sono i nostri clienti? In buona parte si tratta di over 50. In molti, raggiunta la pensione, collezionano quei giocattoli che non hanno mai avuto. Sognare è lecito a tutte le età».

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