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Archivio di Stato di Torino, una stella di prima grandezza nel panorama archivistico europeo
TORINO. Costituito dall’immensa mole degli antichi archivi sabaudi e dai documenti storici prodotti dagli uffici periferici dello Stato italiano nella provincia torinese, l’Archivio di Stato di Torino rappresenta un’inesauribile fonte di informazioni per la ricostruzione della storia del Piemonte, dell’Italia e dell’Europa dall’VIII secolo ai giorni nostri e un affidabile custode della memoria amministrativa a tutela dei diritti dei cittadini. Attualmente, l’Archivio di Stato di Torino ha due sedi: quella originaria di piazza Castello 209 (Sezione Corte) e quella di via Piave 21 (Sezioni Riunite). Nel tempo, e fino al 1925, le diverse sezioni dell’Archivio erano state dislocate in cinque sedi diverse. Oltre che nel Palazzo juvarriano di piazza Castello costruito nel XVIII secolo per conservare l’Archivio di Corte e la documentazione delle Segreterie di Stato, i fondi finanziari erano conservati nel Palazzo dei Santi Martiri, di proprietà del Comune; altri documenti erano nel palazzo della Corte d’Appello, in un fabbricato di corso Palestro di proprietà comunale, mentre a Palazzo Madama era conservata la documentazione della Corte dei Conti. Per lungo tempo si discusse della necessità di riunire le diverse Sezioni d’archivio, con l’eccezione della Sezione di Corte, in un’unica sede, per garantire una migliore conservazione del patrimonio documentario e per facilitare l’accesso alle carte da parte degli studiosi. Nel 1925 si stabilì di accorpare quattro sezioni nel vecchio Ospedale San Luigi in via Piave: da qui il nome consueto di Sezioni Riunite per indicarne la sede.
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Oggi, l’Archivio conserva fondi di istituzioni pubbliche e di realtà private di straordinaria importanza e valore identitario per la storia del Piemonte, che oltre a offrire una testimonianza privilegiata su temi come quello dello sviluppo e della crescita economica, o del lavoro, con la sua organizzazione e la progressiva conquista e tutela dei suoi diritti, rappresentano un peculiare spaccato globale sulla storia, società e cultura torinese, piemontese e italiana. Per questo motivo è considerato una stella di prima grandezza nel panorama archivistico europeo.
L’Archivio dispone di due sedi monumentali, con un’estensione complessiva di scaffalatura di 83 km, in cui sono custoditi documenti dall’VIII secolo ai nostri giorni: vi si conservano gli archivi degli uffici statali centrali sabaudi, nonché la documentazione prodotta dagli uffici dell’amministrazione periferica dello Stato italiano postunitario insieme a numerosi archivi di enti pubblici e di privati (famiglie, persone e imprese). Oltre a conservare e a rendere fruibili i documenti per motivi di ricerca, preservazione della memoria della comunità, garanzia dei diritti dei cittadini, cura lo studio, l’ordinamento, l’inventariazione, il restauro, la digitalizzazione dei materiali affidati; la valorizzazione del patrimonio custodito viene inoltre attuata attraverso ricerche e pubblicazioni, la realizzazione di progetti web, l’organizzazione di iniziative di comunicazione e informazione come attività didattiche, convegni scientifici, mostre tematiche, visite guidate.
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Conservare e valorizzare la documentazione novecentesca – abbondantissima, delicata e spesso caotica – rappresenta una delle sfide più impegnative cui gli archivi sono chiamati. In questo ambito l’Archivio di Stato di Torino promuove e attua iniziative specifiche, anche in collaborazione con altri soggetti, fra cui in particolare il Polo del ‘900 e Ismel, Istituto per la memoria e la cultura del lavoro.