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Alle Molinette, primo trapianto di rene da donatore dializzato

Nonostante le condizioni del donatore,  l’operazione è stata eseguita ugualmente anche grazie a un macchinario capace di rivitalizzare gli organi

TORINO. E’ un trapianto di reni davvero eccezionale quello che sono riusciti ad effettuare all’ospedale Molinette una quindicina di giorni fa e che apre una nuova frontiera in questo campo. Per la prima volta in Italia, infatti, è stato impiantato su una donna di 60 anni, in dialisi dal 2013 per nefropatia per calcolosi a stampo,  un organo che sembrava compromesso perché prelevato a un donatore a sua volta dializzato per insufficienza renale acuta.

Il donatore, deceduto in un ospedale piemontese per una patologia congenita, nel suo decorso in rianimazione è andato incontro ad un grave peggioramento della funzione renale, tale da spegnere completamente la funzione dei reni e necessitare di dialisi continua per parecchi giorni. Il deterioramento generale non ha reso possibile il trapianto del fegato. Con questi presupposti di una situazione renale in apparenza proibitiva, alle Molinette si è deciso comunque di approfondire la possibilità di utilizzo dei reni per il trapianto con multipli approcci: dalla biopsia renale (analizzata dagli anatomo patologi del professor Mauro Papotti) alla valutazione della perfusione renale mettendo i reni, una volta prelevati, in un dispositivo di perfusione in grado di misurare una serie di parametri, di migliorare la circolazione dei reni stessi fino a rivitalizzarli.

Alla biopsia risultavano dei segni di danno renale acuto significativo, ma potenzialmente regredibile, ed i parametri di perfusione davano un’iniziale difficoltà di circolazione poi migliorata dalla macchina, che è riuscita a rivitalizzarli ed a rimetterli in condizione per un possibile trapianto. A mettere insieme i dati determinante è stata l’esperienza nefrologica del Centro delle Molinette, diretto dal professor Luigi Biancone, che ha consentito di valutare come possibile il recupero di funzione dei reni una volta trapiantati. Una volta effettuato il trapianto, tecnicamente riuscito, la ricevente, una signora di 60 anni in dialisi dal 2013 per nefropatia per calcolosi a stampo, è stata seguita presso la Terapia intensiva della Nefrologia del professor Biancone con schemi farmacologici particolari, atti a favorire la ripresa del rene trapiantato.

Per l’operazione si sono unite le esperienze di diverse equipe, oltre quella degli anatomopatologi del professor Mauro Papotti  quella dei chirurghi vascolari (diretti dal dottor Maurizio Merlo), degli Urologi (diretti dal professor Paolo Gontero) e degli anestesisti diretti dal dottor Pier Paolo Donadio.

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