TORINO. Vero è che oggi il web rappresenta una fonte immediata di informazioni virtuali in continuo aggiornamento. Ma per entrare in profondità delle notizie d’arte, sono ancora molto utili i vecchi tradizionali volumi cartacei, soprattutto se firmati da studiosi ed esperti affidabili e autorevoli. Chi non dispone però in casa di un manuale di Storia dell’Arte relativamente recente, difficilmente troverà nell’indice, tra gli Artisti del primo Novecento, il nome di Konrad Mägi. Semplicemente perché l’arte d’avanguardia e modernista di un pittore nato in Estonia nel 1878, alla periferia settentrionale dell’Europa, e attivo tra gli anni a cavallo della Rivoluzione d’Ottobre e il primo quinquennio degli Anni venti, non poteva che essere boicottata e bandita dal contesto culturale e politico della Grande Russia dell’epoca. E il suo nome, e le sue opere, per decenni, caddero inevitabilmente in una sorta d’oblio, tranne che nella considerazione di qualche critico non allineato alla cultura di regime.
Ora però che le affascinanti opere dell’artista estone, miste di tormento, angoscia, inquietudine, visionaria drammaticità, panteismo e lungimirante modernismo, il tutto espresso con un linguaggio pittorico di materica luce e vivo colore, ora che le opere di Konrad Mägi – dicevamo – sono state finalmente riscoperte, occupano una meritata posizione di spicco nel panorama della storia dell’arte internazionale, a dimostrazione che i concetti di ‘periferia’ e ‘centro’, anche nel campo dell’arte figurativa e della cultura europea, stanno progressivamente sfaldandosi a vantaggio di una visione meno manichea e più onnicomprensiva.
E Torino (grazie al prestito di decine di dipinti e opere di Konrad Mägi concesso dal Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia e dal Museo d’Arte di Tartu, oltre che da alcune collezioni private, come quelle di Enn Kunila e Peeter Värnik) oggi può vantare il raro privilegio di poterle esporre tutte insieme. Un privilegio, appunto, perché la Mostra, curata dallo storico dell’arte Eero Epner, in collaborazione con la Direzione dei Musei Reali di Torino, è una delle più vaste e complete “personali” mai allestite in Europa.
Per i visitatori che ancora non avevano sentito parlare di lui, Mägi si mostra come una rivelazione: non a caso è considerato il capostipite della scuola estone moderna, ed è spesso assimilato ad artisti come Vincent Van Gogh e Alfred Sisley.
La mostra, ospitata nei Musei Reali Torino – Sale Chiablese, è aperta dal martedì alla domenica con orario 10-19, ultimo ingresso ore 18. Chiusura: ogni lunedì. Ingresso intero 10 euro – ridotto 6 euro. Biglietto integrato mostra + Musei Reali: intero 20 euro – ridotto 6 euro. Visita guidata alla mostra sabato alle ore 15 e domenica alle 12: 5 euro a persona.
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