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A colloquio con lo scrittore Lino Cirillo: ecco perché amo le montagne del Piemonte…

La montagna per l’uomo non è solo un luogo fisico, ma, da sempre, rappresenta qualcosa di più. Per questo ispira storie appassionanti, come i romanzi nati dalla penna di Lino Cirillo, dove i protagonisti sono gli animali che vivono nella valli di Lanzo, in quella dell’Orco o al colle del Nivolet, nel cuore del Parco Naturale del Gran Paradiso.

Sulle balze rocciose di quelle vette, tra le forre selvagge di quelle vallate e all’ombra delle impenetrabili foreste si muovono esemplari di stirpi antichissime: stambecchi, camosci, marmotte, lepri delle nevi, lupi, aquile reali, ermellini, orsi, linci e scoiattoli. Queste meravigliose creature e l’ambiente che li circonda animano le pagine di Coda d’argento e altri racconti, l’ultima fatica letteraria dell’autore che vive a Roma ed è stato insegnante di matematica e scienze nelle scuole secondarie di primo grado. Per Baima e Ronchetti, Lino Cirillo, 84 anni, ha poi scritto: In cammino tra le rocce, Le marmotte del Nivolet, Darvo, I lupi del Seone e La valle degli stambecchi.

«I miei libri nascono dalle mie esperienze vissute in montagna. Specie nelle Valli Orco e di Lanzo e in quella meraviglia che è il colle del Nivolet – racconta lo scrittore –. Sono, a cominciare dalla trilogia dedicata alle marmotte, un omaggio a quelle terre dove sono stato benissimo trascorrendo con mia moglie momenti felici. Ho passato con lei tanto tempo in quelle zone di incomparabile bellezza e, ad un certo punto, ho deciso di “fissare” conoscenze, studi e approfondimenti fatti in un libro. Ho raccontato le avventure delle marmotte perché sono animali molto simpatici e sociali, con elementi caratteriali che li avvicinano agli uomini. Ho scelto la favola e non la fiaba, perché più complesso come genere. Mi ha permesso di rivolgermi con i miei romanzi ai ragazzi trasmettendo alcuni insegnamenti morali che ritengo importanti. I giovani oggi leggono poco. Non hanno tempo e voglia. Con i miei libri cerco di stimolarli a leggere, trasferendo a loro in po’ del mio entusiasmo. Anche se, a dire il vero, poi i miei racconti sono piaciuti pure ai grandi».

«Da dove nasce la passione per la scrittura? E’ semplice. Ho sempre avuto una predisposizione naturale a creare, inventare trame, raccontare storie – spiega Lino Cirillo – E’ una attitudine che mi ha accompagnato fin da giovanissimo. Scrivo per passione, per trasmettere conoscenze naturalistiche che emergono spontaneamente dalle vicende dei protagonisti. Scrivere stanca, l’impostazione narrativa impegna, ma mi sono anche divertito molto. Nella mia avventura di scrittore ho trovato il supporto costante di mia moglie Kita che è stata sempre stimolo e incoraggiamento nella stesura dei capitoli, anche se spesso critica assai severa. Purtroppo con la sua morte avvenuta nel 2022, è venuta a mancare la mia musa ispiratrice e la creazione letteraria si è momentaneamente inceppata».

C’è un profondo legame tra il Canavese e Lino Cirillo: «I sei volumetti (5 romanzi e un libro di racconti, ndr) pubblicati con l’editrice Baima e Ronchetti sono la testimonianza del mio amore per i Piemonte e l’omaggio a una terra in cui ho vissuto sensazioni ed emozioni profonde. Mi piace viaggiare a quote elevate dove è più facile lavorare d’immaginazione. I miei racconti vogliono essere un invito ai lettori a visitare quei luoghi che fanno da sfondo alle mie storie. Come insegnante mi sono proposto di trasmettere ai giovani conoscenze scientifiche e geografiche oltre che recuperare alcuni valori morali: la lealtà, l’amicizia, la forza del gruppo a superare ostacoli, il rispetto delle regole all’interno della comunità».

«Ai giovani che hanno come sogno nel cassetto quello di diventare scrittori – conclude Lino Cirillo – dico che è necessario avere padronanza del lessico e del linguaggio, curare l’impostazione ortograficamente e sintattica, usare un vocabolario pertinente alle diverse situazioni comunicative. Serve poi entusiasmo, perseveranza quando l’ispirazione viene a mancare, controllare la chiarezza del contenuto e la concatenazione delle idee. La scrittura deve essere fluida e scorrevole, mai ridondante. Per il successo infine ci vuole talento naturale e capacità d’interpretare i gusti e le tendenze del momento».

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