A Caprie si rievoca l’agguato nazifascista che segnò i primi mesi della Resistenza in Valsusa

All’indomani dell’8 settembre 1943 negli alpeggi sopra Condove e Caprie trovarono rifugio e si organizzarono in bande partigiane molti esponenti dell’antifascismo e militari sbandati e impossibilitati a rientrare alle proprie case. Tra loro spiccavano Felice Cima, Alessio Maffiodo e Marcello Albertazzi. Quest’ultimo era un vecchio militante comunista giunto in Valle di Susa un mese dopo l’armistizio, provenendo dalla Val Germanasca, dove aveva avuto contrasti con il locale Comando militare di tendenza badogliana. Per Felice Cima, studente universitario e sottotenente dei Bersaglieri sbandato con il suo reggimento e riparato a Condove a casa di uno zio, la Resistenza affondava invece le sue radici nella stanchezza, nel rifiuto di continuare la guerra fascista al fianco dei tedeschi.

Inizialmente fu proprio la diversa sensibilità nei confronti degli atteggiamenti da assumere verso l’occupazione tedesca ad essere foriera di contrasti. Divenne quindi importante l’azione condotta da altre due figure rappresentative del neonato movimento resistenziale valsusino, don Francesco Foglia e Sergio Bellone, entrambi esponenti del Comando militare della Val Susa, che svolsero un’importante opera volta a smussare i contrasti sorti tra Cima e Albertazzi riuscendo ad ottenere così una leale collaborazione fra i due capi banda.

Ma il destino era in agguato. Il 27 novembre 1943, all’inizio di un inverno che per la Resistenza sarebbe stato durissimo, Cima, Albertazzi e l’autista Camillo Altieri scesero dalla borgata Rocca di Condove per incontrare a Novaretto gli altri comandanti delle bande che nei primi tre mesi di lotta ai nazifascisti si erano organizzate in Valle di Susa. Al ritorno i tre salirono con il comunista torinese Giuseppe Garbagnati sull’auto del maggiore Egidio Liberti del Comando militare unificato. Il veicolo andò quasi subito in panne, forse a causa del radiatore bucato, ma si pensò di risolvere l’inconveniente, tanto da rifiutare il traino offerto da un autocarro in transito. Albertazzi, Cima e Altieri scesero per raccogliere acqua in un vicino fossato, mentre Liberti controllava la strada e Garbagnati rimaneva nella vettura. D’improvviso sopraggiunsero due veicoli tedeschi. I militari a bordo aprirono il fuoco,  uccidendo Cima, Altieri e Albertazzi, mentre Liberti riuscì a fuggire verso la Dora e a traversarla a nuoto. Garbagnati, liberatosi della pistola, venne arrestato. A Felice Cima venne successivamente intitolata la 17ª Brigata Garibaldi, protagonista delle vicende della lotta per la Liberazione a cavallo tra la Valle di Susa e la Valle di Viù.

L’80° anniversario dell’agguato di Caprie, che segnò sanguinosamente la prima fase della guerra partigiana in Bassa Valle di Susa e in Val Casternone, sarà commemorato domenica 26 novembre alle 10 nella sala consiliare del Comune di Caprie, dove si inaugurerà la mostra “80 e non sentirli – Nasce la Resistenza”. All’inaugurazione interverranno il curatore della mostra Marco Sguayzer e Giuseppe Siracusa, pronipote di Felice Cima. In rappresentanza della Città metropolitana di Torino sarà presente il vicesindaco Jacopo Suppo, anche nella sua veste di sindaco di Condove. La mostra sarà visitabile domenica 26 novembre dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 16, lunedì 27 dalle 9.30 alle 13. 

Le commemorazioni, patrocinate dalla Città metropolitana di Torino, proseguiranno lunedì 27 novembre alle 9,30 sempre in municipio, con la visita alla mostra da parte degli studenti dell’istituto comprensivo di Condove e dei ragazzi partecipanti al Treno della Memoria. Alle 10.30 studenti e autorità si recheranno in corteo al monumento che ricorda i caduti Felice Cima, Marcello Albertazzi e Camillo Altieri. Dopo i saluti delle autorità locali e del Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, interverranno il parroco di Caprie,  don Franco Davì e gli studenti dell’ICS di Condove e del Treno della Memoria. L’orazione ufficiale sarà affidata a Giorgio Cesari, nipote di Felice Cima.

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