
A Candia 30 anni fa nacque il primo Parco naturale provinciale d’Italia: l’impegno degli enti
CANDIA. Un lavoro di squadra per valorizzare il Parco del lago di Candia: la Città metropolitana di Torino e il Comune di Candia collaborano alla realizzazione di importanti progetti, nel trentennale dell’istituzione di quello che fu il primo Parco naturale provinciale a livello nazionale. Tra i lavori in fase di realizzazione c’è un camminamento in sicurezza, adatto anche a fruitori con capacità di movimento ridotte: partendo dall’area attrezzata in riva al Lago e passando per la sede della società Canottieri Candia, il camminamento consentirà di raggiungere la stazione e il paese utilizzando la strada Sottorivara.

Non è certamente un caso se il Parco del lago di Candia è stato identificato come un elemento fondamentale della Rete Ecologica Metropolitana e Regionale. Sono trascorsi circa ventimila anni da quando il Grande ghiacciaio balteo, nel suo ritiro all’interno della Valle D’Aosta, trasformò la precedente pianura in una corona di colline con una depressione centrale, colmata da paludi e laghi: Sirio, San Michele, Viverone, Candia.
Gli specchi d’acqua in cui si riflette oggi il paesaggio canavesano sono accomunati dalla stessa origine ma non dal medesimo destino: a differenza dei laghi non lontani, lo specchio d’acqua di Candia riverbera un paesaggio assai più integro, che si è mantenuto esente da eccessive interferenze antropiche. La scarsa edificazione sulle rive e la minor pressione turistica hanno permesso al bacino di conservare la sua naturalità, grazie alla quale il lago e la vicina palude sono una delle più importanti zone umide del Piemonte, non a caso inserita nell’elenco dei SIC-Siti di Importanza Comunitaria – oggi Zone Speciali di Conservazione – ai sensi della direttiva Habitat dell’Unione Europea.

Il lago ha dato il nome al primo parco di interesse provinciale italiano, istituito nel 1995 su proposta dell’allora Provincia di Torino. I quasi 350 ettari del parco comprendono il lago, la palude e la paludetta. Situato fra Candia e Mazzè a una quota di 226 metri, il lago ha una superficie di 1,5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso avviene attraverso il canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il trifoglio fibrino, l’utricularia, la potentilla palustre e la rarissima violetta d’acqua (Hottonia palustris).

Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall’avifauna. Situato sulla rotta sud-occidentale, il lago di Candia è un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Duecento le specie censite, tra le quali il tarabuso, il tarabusino, l’airone rosso e, in particolare, la moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia. Poche e vaghe sono le notizie storiche sulla fauna ittica. Sul lago insistono fin dal XVI secolo diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento fino a pochi decenni or sono per decine di famiglie locali. Tra le specie presenti, la carpa, la tinca, il luccio, la scardola, il persico reale, il persico trota, il pesce gatto e il carassio (le ultime tre immesse). Il parco è interessante anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. Lo si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.