Il torinese Roberto Gabetti (1925-2000)
TORINO. Domani, giovedì 20, alle ore 18, Camera (Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino) propone un incontro aperto al pubblico e in presenza dedicato alla mostra Roberto Gabetti fotografo. La mostra, visitabile fino al 23 maggio, rappresenta un omaggio all’originale sguardo fotografico del torinese Roberto Gabetti (1925-2000), universalmente conosciuto per il suo lavoro di architetto, a vent’anni dalla sua scomparsa.
Roberto Gabetti è stato un architetto precoce e innovativo, professore ordinario di Progettazione architettonica, accademico di S. Luca, autore di saggi su Antonelli, Schellino e Le Corbusier. Pochi sanno che è stato anche un fotografo prolifico. Per vent’anni, dal 1946 al 1967, Gabetti ha tenuto un “diario” fotografico dei suoi viaggi e progetti: centinaia di rullini, oltre cinquemila scatti, rimasti nascosti in un cassettone nel suo studio che, grazie a questa mostra, vengono per la prima volta presentati al pubblico.
Nell’incontro, il curatore Sisto Giriodi, insieme a Daniele Regis e Pierangelo Cavanna, indagheranno lo stile e lo sguardo fotografico di Gabetti che non ha mai concepito la sua fotografia come professionale. Forse proprio la libertà con cui si è dedicato a tale pratica può spiegare l’originalità delle sue scelte in tema di soggetti – l’assenza di architetture del ‘900, l’attenzione a mondi trascurati, dimenticati – e di riprese. Un occhio particolare, il suo, che si esprime soprattutto negli scatti di strada, nei quali uomini, donne e bambini occupano teatrini urbani, suggerendo un nuovo statuto per la fotografia di architettura, con istantanee come fotogrammi di film.
Le 100 immagini della mostra sono state scelte tra le 500 immagini del libro Roberto Gabetti architetto e fotografo (edito da Lindau) con testi di Sisto Giriodi e Daniele Regis.
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