Mansueto Gaudio, il cantante lirico di Vignale dotato di una possente voce di basso profondo
Figlio di Paolo Mansueto e Giulietta Bellero, contadini, Gaudio Mansueto nacque a Vignale Monferrato, in provincia di Alessandria, il 7 agosto 1873. Dopo aver prestato il servizio militare nel corpo dei bersaglieri, si trasferì a Genova, dove lavorò nel porto e studiò canto con N. Lentini. Per il debutto teatrale scelse di invertire nome e cognome, e da allora fu per tutti Mansueto Gaudio. Esordì nel 1893 come comprimario ne La traviata al Politeama di Genova, dove cantò anche Trovatore (Ferrando), Aida (Re), Ernani (Silva) e Favorita (Baldassarre). Nel 1899 fu al Teatro dell’Opera di Trieste, poi a Torino (Rigoletto, Norma, Puritani), dove venne coinvolto in una rissa tra colleghi sul palcoscenico del teatro Carignano, che gli costò un breve periodo di detenzione; nello stesso anno fu a Vicenza in Otello e all’Adriano di Roma in Forza del destino, L’africana, Barbiere di Siviglia e Falena di Antonio Smareglia. Nel 1900 venne scritturato alla Scala di Milano dove, sotto la direzione di Arturo Toscanini, cantò Re Marke nella prima di Tristano e Isotta con protagonisti Amelia Pinto e Giuseppe Borgatti.
Iniziò così una carriera internazionale, con particolari successi in Cile. Fu a San Pietroburgo (1904-05 e 1909-10), Madrid (1908-09) e Barcellona (fra il 1909 e il 1911). Nel 1906 tornò alla Scala nella prima assoluta de La figlia di Jorio del torinese Alberto Franchetti. Nel 1907 cantò Mefistofele di Arrigo Boito a Bergamo e Loreley di Alfredo Catalani al Regio di Parma, nel 1908, al Regio di Torino, I maestri cantori di Norimberga, La Wally, Lohengrin e Falstaff (Pistola). Nel 1909 fu Rangoni nella prima italiana di Boris Godunov, diretto da Toscanini, alla Scala. Nel 1911, a Roma, cantò Macbeth con Mattia Battistini e Guglielmo Tell, poi partecipò a una tournée sudamericana del Gugliemo Ractliff di Pietro Mascagni a Rio de Janeiro e Santiago del Cile. Nel 1913 cantò a Torino il Grande Inquisitore in Don Carlo, con Giuseppe De Luca, e Ramfis in Aida nella prima stagione lirica all’Arena di Verona, opera poi ripresa al Regio di Parma.
Nel 1914 alla Fenice di Venezia cantò Parsifal e a Parma Il barbiere di Siviglia (quale Don Bartolo) con protagonista Riccardo Stracciari. Nel 1915 fu Ramfis in Aida nell’inaugurazione del Gran Teatro dell’Avana a Cuba. Nel 1916 fu nuovamente alla Scala come Gran Sacerdote nella prima di Fernando Cortez di Spontini, nel 1917 Don Alfonso in Lucrezia Borgia a Bologna.
Nel 1922 Toscanini lo volle nuovamente alla Scala come Sparafucile in Rigoletto, Pistola in Falstaff e Pimen nel Boris Godunov. Grazie alla poderosa voce di autentico basso profondo, unita alla figura imponente, Gaudio fu molto apprezzato in Mefistofele. Verso la fine degli Anni Venti, il cantante si stabilì definitivamente a Santiago del Cile, dove fondò e diresse un’Accademia di canto. Nelle sue ultime esibizioni, nel 1930 a Santiago, cantò Padre Guardiano ne La forza del destino e Don Basilio nel Barbiere rossiniano.
Morì nella capitale cilena il 23 settembre 1941.
Bruno Baudissone