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Dalle antiche “frictilia” alle bugie piemontesi tipiche del Carnevale

Frisole, gale, gasse, cenci, frappole, galani, frittole, crostoli, sono tanti i nomi che, nelle varie regioni d’Italia,  assumono le chiacchiere, uno dei dolci carnevaleschi per antonomasia. Ma qual è l’origine delle famose bugie? Secondo gli storici, l’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana, dove, durante il periodo dei Saturnalia, festività dedicate all’insediamento nel tempio del dio Saturno, venivano preparati dei dolcetti a base di uova e farina chiamati frictilia, che, preparati in grandi quantità dalle donne romane, venivano fritti nel grasso di maiale e serviti alla folla che si riversava in strada in onore delle feste.  Considerato da sempre un dolce povero, i frictalia sono sopravvissuti ai secoli, ma non senza qualche modifica: al di là della moderna tendenza ad una frittura più “salutare” a base di olio e non di strutto, non è raro vedere oggi varianti delle classiche bugie ricoperte da miele, cacao, annaffiate da alchermes o accompagnate con cioccolato fondente, per non parlare delle bugie ripiene che, a forma di nodini o fiocchetti, conservano all’interno un dolce ripieno di marmellata o cioccolato.

Ecco qui la ricetta delle bugie piemontesi, in grado di fare la felicità di grandi e piccini.

Ingredienti

  • 300 g di farina 00
  • 40 g di zucchero
  • 2 uova medie
  • 60 g di latte
  • 30 g di burro fuso
  • 2 cucchiai di liquore Strega ( o, in alternativa, un goccio di rum, Gran Mariner, o grappa)
  • buccia grattugiata di 1 limone grande non trattato
  • 1 pizzico di sale
  • 1 lt di olio di semi di girasole per friggere
  • zucchero a velo vanigliato per guarnire

Preparazione

Il primo passo nella preparazione delle nostre chiacchiere di Carnevale parte dall’impasto: prima di tutto, disponiamo la farina, mescolata con lo zucchero ed un pizzico di sale, in una ciotola; facciamo un buco nel centro e poniamo ivi le uova, il burro fuso, la buccia di limone, il liquore e mescoliamo con una forchetta il nostro composto, partendo dal centro : giriamo piano, inglobando la farina ai lati e lasciando assorbire al composto i liquidi appena inseriti, fino ad ottenere un impasto cremoso ed omogeneo. Bene, aggiungiamo il latte e continuiamo ad amalgamare gli ingredienti, lavorando a mano l’impasto fino a formare una palla che si stacchi naturalmente dalle pareti del contenitore.

Avvolgiamo il composto nella pellicola per alimenti e lasciamo riposare il tutto per almeno 30 minuti a temperatura ambiente.

È tempo di stendere la sfoglia: dividiamo l’impasto in porzioni da 150 g e stendiamole, un pezzo per volta ed il più sottile possibile, su un piano di lavoro ben infarinato. Stendiamo la pasta con l’ausilio di un mattarello e ripieghiamola su se stessa, piegando verso il centro i lati corti della striscia di pasta appena ottenuta e ristendendola nuovamente, fino a raggiungere una sfoglia di 2 mm di spessore.

Questa fase è molto importante per la buona riuscita delle nostre chiacchiere: più volte ripieghiamo la sfoglia, più l’impasto tenderà a riempirsi di croccanti e gustose bolle.

Ottenute le nostre strisce di pasta, lasciamo riposare la sfoglia tirata per qualche minuto; nel frattempo, noi, ci occuperemo dell’olio di cottura. In un ampio tegame, portiamo l’olio alla temperatura di 150-160°. Con una rotella a taglio smerlato, procediamo sagomando dei rettangoli di circa 5×10 cm e praticando su ognuno due tagli centrali, paralleli al lato lungo.

Non appena l’olio avrà raggiunto la giusta temperatura, immergiamoci 2-3 rettangoli di sfoglia alla volta, e cuociamoli, rigirandoli su ambo i lati, fino a quando non avranno raggiunto la corretta doratura. Appena cotte, scoliamo le sfoglie su carta assorbente e, prima di servirle, lasciamole raffreddare a temperatura ambiente.

Bene: le nostre chiacchiere sono pronte. Prima di servirle ai nostri ospiti,  impiattiamole e cospargiamole con abbondante zucchero a velo.

Mirco Spadaro

Classe '98, rivolese di nascita, frequenta il corso di Lettere Antiche a Torino, sotto il simbolo della città. Tra viaggi e libri, è innamorato della tecnologia e della scrittura e cerca, tra articoli e post su siti e giornali online, di congiungere queste due passioni, ora nella sua "carriera" come scrittore, ora con il "popolo di internet".

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