Personaggi

Giuseppe Luigi Lagrange, il grande matematico, astronomo e scienziato torinese che visse nel secolo dei Lumi

Ebbe una fama internazionale. A lui la città di Torino ha dedicato una via, una piazza, una lapide e un monumento

Il Lagrange nacque a Torino, nel palazzo che si affaccia sulla contrada che gli è stata dedicata, e contrassegnato dall’attuale numero civico 29. Lo conferma la lapide murata sulla facciata dell’edificio che reca incisa una laconica epigrafe: “Giuseppe Luigi Lagrange nacque in questa casa, addì 25 gennaio 1736”

La lapide dedicata a Luigi Lagrange, sulla facciato del palazzo in cui nacque, al civico 29 dell’omonima via torinese

Giuseppe Luigi (Joseph-Louis) Lagrange è stato un matematico e astronomo piemontese di nascita e formazione, e nella sua Torino svolse inizialmente la sua attività e le sue prime ricerche scientifiche. Lagrange nacque da una famiglia numerosa, che certamente non poteva essere considerata abbiente. Luigi era il maggiore di undici fratelli. La mortalità infantile era altissima a quei tempi, specie nelle famiglie popolari, e tra le difficoltà economiche, le malattie e gli stenti – con un altro fratello – fu il solo ad arrivare all’età adulta. Incline com’era agli studi, tanto fece che riuscì a completare brillantemente e a tempo di record l’intero percorso scolastico e ad iscriversi all’Università di Torino. Era particolarmente portato per il Latino e le Belle Lettere. Ma dopo aver letto un testo di Edmund Halley, si appassionò così tanto alla Matematica da farne la ragione della sua vita. A soli vent’anni iniziò ad insegnare presso le Reali Scuole d’Artiglieria di Torino. Della sua attività di docente presso la prestigiosa Scuola Militare resta un manoscritto con gli appunti delle sue lezioni intitolato Principi di analisi sublime; è invece andato perduto un suo Trattato di meccanica. Nel 1758 fu cofondatore della Società Scientifica Privata Torinese (la futura Accademia Reale delle Scienze di Torino).

In quegli anni, entrato in rapporto epistolare con Eulero, in una missiva gli espose le sue idee sul calcolo delle variazioni. Eulero rimase talmente impressionato dalle sue elucubrazioni che due anni dopo lo fece eleggere membro dell’Accademia di Berlino. Nel 1766, su proposta di Eulero e di D’Alembert, venne infatti chiamato da Federico II di Prussia a succedere a Eulero stesso come Presidente della Cattedra di Scienze presso l’Accademia di Berlino. Lagrange amava Torino e il Piemonte, ma non disdegnava i vasti orizzonti e non declinò certo l’invito. Fu così che, trentenne, si trasferì a Berlino, dove ci rimase per ventuno anni. In quello stesso anno, si era spostato con Vittoria Conti: fu un matrimonio felice che durò fino alla morte della sposa, che avvenne nel 1783.

Rimasto vedovo, Lagrange restò a Berlino e ricoprì la sua carica accademica fino alla morte del sovrano. Nel 1787, nonostante fosse all’apice della sua fama, Lagrange – che già aveva manifestato episodi di ipocondria e che non aveva del tutto elaborato il lutto per la morte della moglie – conobbe un periodo di forte depressione.

La chiamata a Parigi, su invito di Luigi XVI, a far parte dell’Académie des Sciences, e il conseguente cambiamento di ambiente contribuì a risollevare le sue condizioni di salute. Ormai cinquantenne, Lagrange raggiunse allora Parigi, dove abitò per ventisei anni, fino a quando morì. La Rivoluzione era ormai alle porte e non tardò ad esplodere in tutta la sua violenza. Gli fu proposto di tornare a Berlino, ma Lagrange preferì rimanere a Parigi: si mosse sempre con prudenza e si tenne sempre lontano dalla politica, per evitare ogni rischio di finire al patibolo, pur non disdegnando gli incarichi che il regime gli aveva attribuito, sulla base del suo indiscusso prestigio personale e dei suoi meriti puramente scientifici.

Nel 1792 si risposò con Adelaide Le Monnier. Divenne Presidente della Commissione che doveva impostare il Sistema metrico decimale, un nuovo sistema di pesi e misure, dal quale avrà origine il moderno sistema di misurazione internazionale, tuttora in vigore. Dal 1797 insegnò all’École Polytechnique appena fondata.

Il suo prestigio, cresciuto durante la Rivoluzione, si rafforzò ulteriormente nel successivo regime di Napoleone Bonaparte. Con l’avvento al potere del grande corso, e l’ascesa di quest’ultimo alla corona imperiale, la fama di Lagrange si consolidò con una serie di nuovi incarichi e onorificenze di spicco: ricevette la Legion d’Onore, venne eletto al Senato di Francia e nominato conte dell’Impero.

Si spense nel 1813 e le sue spoglie vennero accolte al Panthéon, location riservata ai personaggi più illustri di Francia.

La tomba di Joseph Louis Lagrange al Panthéon di Parigi

Lagrange viene unanimemente considerato uno tra i maggiori e più influenti matematici del diciottesimo secolo. La sua più importante opera è la Mécanique analytique, pubblicata nel 1788. Come matematico, Lagrange è ricordato per le sue ricerche sulla teoria dei numeri, per aver sviluppato il calcolo delle variazioni, per aver delineato i fondamenti della meccanica razionale, per i risultati ottenuti nel campo delle equazioni differenziali e per essere stato uno dei pionieri della teoria dei gruppi. Come astronomo, condusse ricerche sui calcoli della librazione lunare e sul moto dei pianeti. Ricordiamo ancora che Giuseppe Luigi Lagrange effettuò importantissime ricerche sulla teoria delle funzioni e sulla sistemazione matematica della meccanica, e che effettuò interessanti studi di astronomia, trattando soprattutto il problema della mutua attrazione gravitazionale fra tre corpi. Oltre alle opere già sopra ricordate, citiamo ancora: Miscellanea Taurinensis vol. 1 (1759), vol. 2 (1763), vol. 3 (1765); Mécanique analytique (1788); Théorie des fonctions analytiques (1797); Leçons sur le calcul des fonctions (1806).

I Francesi considerano Joseph-Louis Lagrange un loro insigne concittadino, ma il grande matematico non dimenticò mai le sue origini piemontesi, e certamente mantenne per sempre nel cuore la sua casa natale torinese e il ricordo degli anni trascorsi in Piemonte.

Lo storico-matematico Gino Loria  precisa che nell’atto di nascita Lagrange venne registrato con il nome di Giuseppe Lodovico Lagrangia. Lui stesso talvoltasi firmava La Grangia o Lagrangia o ‘De la Grangia: segno che non aveva mai rinnegato le sue radici, di cui andava fiero.

La sua Torino, oltre alla lapide di cui parliamo in questo paragrafo, gli ha dedicato la via in cui nacque e la piazzetta che accoglie il suo monumento.

La statua dedicata al matematico torinese Giuseppe Luigi Lagrange (1736 | 1813), uno tra i più autorevoli scienziati vissuti tra il Settecento e l’Ottocento, lo ritrae accanto ad una pila di libri. La scultura fu eseguita tra il 1865 e il 1867 da Giovanni Albertoni (1806 | 1887), e fu inaugurata nel 1867 nella piazzetta che a Lagrange fu dedicata.

Sergio Donna

Fonti bibliografiche e fotografiche:
AA.VV., Statue di Torino | Statue ‘d Turin, Collana Bellezze di Torino | Blësse ‘d Turin, Ël Torèt – Monginevro Cultura, 2024, Torino
AA.VV., Epigrafi sui Palazzi di Torino, Ël Torèt – Monginevro Cultura, MMXII, Torino
La foto a colori del monumento a Luigi Lagrange è di Beppe Lachello; quella in bianco e nero è stata gentilmente concessa dall’Archivio Monginevro Cultura

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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