Arte

Lo scultore sanpaolino Ilario Simonetta dona altre due sculture al suo quartiere

Sono state posizionate nelle aiuole antistanti la nuova RSA “Il Lingottino” di Via Caraglio angolo Via Vincenzo Lancia. Raffigurano rispettivamente i volti di Saulo e di Ippocrate

Ilario Simonetta, artista a tutto tondo di Borgo San Paolo, trasforma pietre amorfe e tronchi inanimati in sculture vive: in genere volti e busti dall’espressione gotica e inquietante, ricchi di originalità e fascino.

Ho avuto occasione più volte di recargli visita presso il suo atelier, al piano interrato della sua abitazione di Via Caraglio: qui tutto è silenzioso e ordinato e pare che anche l’ambiente si faccia più raccolto, per favorire e assistere al lavoro dell’artista. E intanto, la scultura prende vita, fin dai primi momenti in cui il suo nucleo è ancora nascosto nella pietra, nel blocco di marmo o nel ceppo di legno, incastrato nella morsa o appoggiato sul piano di lavoro. Sulle pareti centinaia di attrezzi di ogni tipo e misura. A terra, si sovrappongono i trucioli delicati del legno a tracce di pietra frantumata a piccoli colpi di bulino, per creare fisionomie umane che palesano stupore, angoscia, terrore. Nell’ambiente, profumo di legno e aroma di pietra “selvatica”, che sa di montagna o di fiume.

Una delle sculture di Ilario Simonetta esposte nelle aiuole della RSA “Il Lingottino”, sul fronte di Via Caraglio (Storici Stabilimenti Lancia)

Rapito dal ritmo posato ma costante del suo attento lavoro, che non gli impedisce tuttavia di dialogare amabilmente, gli chiedo: “Chi è veramente Ilario Simonetta?”. E lui, sorridendo, mi risponde: “Un autodidatta, scultore in legno, pietra e marmo”. L’umiltà dell’uomo è una delle virtù che lo rende grande: in realtà Simonetta è un maestro, un vero maestro dello scalpello, ma come tutti i cuori umili, schermisce il suo talento dietro un velo di autentica modestia.

Continuo: “Dove vanno a finire le tue opere?”. “Non vendo ai privati – risponde – perché penso che l’arte non abbia prezzo. Il prezzo è sempre un compromesso, e l’arte non può soggiacere agli schemi venali della contrattazione.  Per questo io le dono a musei, chiese, enti, istituzioni, che possano custodirle e conservarle, in modo che costituiscano un valore comune di una collettività”.

“Qual è stata la tua ultima opera donata ad un Ente?”

“Il mio ultimo lavoro importante è stato quello della realizzazione di due opere inserite nell’area verde della nuovissima RSA denominata “Il Lingottino”, poco distante dal mio atelier, nel giardinetto che si affaccia su Via Caraglio, quasi all’angolo con Via Vincenzo Lancia. Sono una coppia di sculture: una raffigura Saulo (che, dopo la conversione, diventerà l’apostolo San Paolo di Tarso, cui il nostro quartiere è dedicato). È in pietra di Langa (più precisamente proviene da Rocchetta Belbo) e misura 42 cm. di altezza. L’altra scultura raffigura Ippocrate, protomedico e figura di riferimento per gli assistenti sanitari: è in pietra di serpentinite e proviene dalla vallata di Ala di Stura. Ringrazio la Direzione di quella struttura che ha accolto le mie sculture!!”

In questa risposta, un’ulteriore prova della sua generosità e della sua umiltà, con tanto di ringraziamento a chi lui stesso ha donato le sue opere.

Ma non sono solo queste le opere che Ilario Simonetta ha donato al quartiere in cui risiede da lungo tempo. Ce ne sono altre due, posizionate nel giardinetto di accesso alla Sede della Circoscrizione 3, all’angolo tra Corso Racconigi e Corso Peschiera. Nel basso fabbricato che si estende nell’isolato compreso tra i due corsi citati e le vie Envie e Cumiana avevano sede nel Novecento gli Uffici Ricambi della Lancia, la prestigiosa fabbrica di automobili che in Borgo San Paolo produceva vetture di classe esportate in tutti i paesi del mondo e vetture sportive che dominavano i rallies internazionali.

Uno scorcio della RSA “Il LIngottino”,
sul fronte della Via Vincenzo Lancia, civico 40, (angolo Via Caraglio)

Ebbene, proprio qui, per celebrare il Santo che di questo quartiere porta il nome (dalla omonima cascina San Paolo posizionata ai confini con il Gerbido) Ilario Simonetta ha voluto posizionare un’altra statua che riproduce il volto del discepolo folgorato sulla strada di Damasco, ed è – appunto – intitolata “San Paolo”. In posizione simmetrica sulla opposta aiuola, un’altra scultura, titolata “Titani”, è dedicata a tutti i lavoratori delle fabbriche di questo laborioso quartiere: un’opera donata idealmente alle migliaia di operai che nel Novecento hanno lavorato nelle fabbriche del borgo, contribuendo in modo “titanico” allo sviluppo economico, industriale e sociale dell’intero Paese.

“San Paolo”. Scultura litica di Ilario Simonetta.
Giardinetto d’ingresso alla Sede della Circoscrizione 3,
Corso Racconigi angolo Corso Peschiera, già Sede storica dei Magazzini Ricambi della Lancia

Geniale e generoso davvero, questo artista. Che peraltro, è anche un abile scrittore di racconti e di poesie, anche in Lingua piemontese. È proprio vero: la genialità, quando c’è, si rivela spesso a tutto tondo e illumina non solo chi ne è dotato, e le opere che di questa genialità creativa sono il frutto, ma anche – di vivida luce riflessa – chi ha la fortuna di intrattenersi a dialogare con lui.

Sarà per questo che oggi mi sento un po’ poeta pure io.

(Sergio Donna | 22 Ottobre 2022)

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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