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Profumo di fiori della Val Pellice nella silloge di Liliana Rasetti

L’ultima, recente raccolta della poetessa Liliana Rasetti, Frammenti di vita, conferma quanto della sua poetica abbiamo sempre pensato. Le sue poesie hanno la fragranza di un bouquet di fiori che spuntano sui declivi della sua Val Pellice. Ne hanno i colori, la freschezza e il fascino della semplicità. Fiori selvatici, dunque semplici, ma nondimeno di raro profumo e lucente bellezza.

La Rasetti è poetessa dall’animo sensibile, predisposto all’amore e ad una visione positiva della vita. Ce lo fa capire con quel suo orientamento dinamico del suo pensare che procede fiducioso verso il domani, con la sicurezza di un esperto funambolo in un continuo, ma controllato equilibrio sulla corda della vita. Non le interessa sapere fin a quando potrà continuare il suo cammino, né a quale traguardo ignoto il destino la condurrà. Le basta sperare che sarà meraviglioso: meraviglioso come il momento in cui il torrente che corre precipitoso verso valle, s’immette in un fiume nell’anelito di raggiungere il mare. Del resto, il suo pensiero e la sua poesia, proprio come i torrenti, sono in continuo movimento, e corrono con “il fascino sottile di un treno lanciato verso l’ignoto”. È “sete di libertà”, la sua, e di comunicazione, con le immagini, con le parole. Ma talora anche con il silenzio, rincorrendo ricordi d’infanzia, con misurata nostalgia, perché la vita è nell’oggi e nel domani, e quando la solitudine alimenta sentimenti di vaga tristezza, per dileguarla basta cogliere i messaggi che la natura effonde e “la solitudine si colora d’azzurro”.

Le poesie della Rasetti sono brevi (talvolta possono sembrare degli haiku) eppure intense: non è infatti la lunghezza dei versi il modo più efficace per esternare i propri sentimenti, e la loro essenza, ma è la loro intensità, la loro trasparente chiarezza, espressa con parole esaustive e dirette. E ciò è un punto assoluto di forza della poetica dell’autrice, giacché compito del poeta è comunicare con parole che giungano ai cuori in modo diretto, senza inutili fronzoli, senza retoriche e artificiose o inutili metafore.

La poetessa piemontese, dunque, sa comunicare e dialogare con il lettore, ma sa anche captare, ascoltare, e leggere, nel confuso vociare e nel frastuono del mondo, la voce dell’intimità e del trascendente: “Insegnami a ‘leggere’ – scrive –  la Tua parola, Signore… Nel silenzio ti ascolto, nel frastuono del mondo ti ascolto”.

Ecco: leggere le poesie di Liliana Rasetti è entrare nel suo intimo, nei suoi Frammenti di vita. È farsi ascoltatori di un’anima bella, un invito a cogliere nel parapiglia e nel bailamme della vita quotidiana le voci sommesse dell’anima, della natura e del Soprannaturale. In breve, della poesia.

Liliana Rasetti, Frammenti di vita, poesie, Guido Milano Editore, Milano, 2018

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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