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Piemonte da scoprire: la Riserva naturale di Palanfrè

VERNANTE. Ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario dell’istituzione della Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè a Vernante, avvenuta nel 1979. Per l’occasione, sono in programma iniziative ed eventi speciali, i quali saranno contraddistinti anche da un logo realizzato “ad hoc” presente sui prodotti e sul materiale di comunicazione della Riserva.  Il primo evento per celebrare l’anniversario è sabato 29 giugno con lo scrittore Daniele Zovi che presenterà il suo libro “Alberi sapienti, antiche foreste”. Appuntamento alle ore 17 al Centro visita e informazioni del Parco a Vernante: in quell’occasione sarà possibile assaggiare “Il quarantino” il nuovo formaggio dell’azienda agricola “L’isola” di Palanfrè.   Domenica 30 giugno, con Zovi, passeggiata sul sentiero natura di Palanfrè.

La Riserva esiste ufficialmente dal 1979, ma è almeno dall’inizio del Settecento che, al fine di proteggere l’abitato di Palanfrè (1410 metri sul livello del mare) dalle valanghe, era stato “bandito” il taglio del bosco di faggio a monte delle case. Il primo documento scritto che ne dà testimonianza sono i Bandi Campestri del 1741, tuttora conservati nell’Archivio storico comunale di Vernante.
Giunta fino a noi praticamente intatta e con esemplari di oltre 300 anni di età , la bellissima faggeta ha prima fatto parte, dal 1979, della Riserva Naturale Bosco e Laghi di Palanfrè per poi essere accorpata, nel 1995, al Parco Naturale dell’Argentera, dando vita al Parco Naturale delle Alpi Marittime.

Il bosco, con una estensione di oltre 20 ettari, è toccato solo marginalmente dal sentiero. Nonostante questo è possibile notare la maestosità di alcuni esemplari di faggio che lo compongono. Le piante “più anziane” sono ricoperte di muschi e di licheni, i giovani hanno cortecce lisce e lucenti che ricordano la pelle dell’elefante. È suggestivo camminare sul sentiero natura del Parco (attrezzato con pannelli su vegetazione e ambiente) lungo i margini di questa formazione forestale che non è lì per caso.

Da secoli il faggio, albero dalla corteccia grigia e liscia con foglie ovali di colore verde intenso, è presente nella narrativa popolare quale albero magico abitato da gnomi. Predilige versanti ombrosi, fino a 1800 metri di quota, e può vivere diversi secoli. Produce un ottimo legno, usato per fabbricare botti, manici di attrezzi e come combustibile. I frutti, le faggiole, sono usate come foraggio per i suini; in passato, da esse si ricavava olio commestibile e, tostate, erano usate come surrogato del caffè.

Come arrivare. Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Vermenagna in direzione di Limone Piemonte fino all’abitato di Vernante. A Vernante si svolta a destra per Palanfrè. A valle della borgata si trova un ampio posteggio per lasciare l’auto.


Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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