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Misteri piemontesi: lo spettro della Sacra di San Michele

TORINO. La bell’Alda perseguita qui dal balzo si gettò e nel fondo della valle lieve il vento la posò. La bell’Alda inorgoglita qui dal balzo si gettò sfracellata nella valle la bell’Alda se ne andò.

Quest’antica filastrocca narra di una giovane donna, la cui storia è racchiusa nella torre alle spalle della Sacra di San Michele, detta Torre della Bell’Alda. Si tratta di una delle molte leggende piemontesi, di cui compaiono diverse versioni, la più antica delle quali risale al 1699. Alda poteva essere una contadina in fuga da un pretendente troppo insistente, o da alcuni giovani del paese, la cui vita ebbe un triste epilogo.

In Val di Susa, durante un periodo infestato da guerre e razzie, il popolo oppresso, tra cui anche una bella e giovane donna di nome Alda, trovò rifugio sul Monte Pirchiriano, dove secoli prima era stata costruita la Sacra di San Michele, scampando così ai soldati all’interno della chiesa.

La Bell’Alda, trovando riparo in una torre, fu l’unica a salvarsi dalla violenza dei soldati che giunsero al monastero, decidendo di gettarsi dalla torre, per non essere catturata.

La Vergine Maria, però, inviò due angeli dal cielo, che salvarono Alda, la quale, raccontando ai concittadini increduli la sua avventura, non fu creduta, e, arrabbiata, sfidò tutti lanciandosi di nuovo nel vuoto. Questo atto di superbia fu punito, la Madonna non le andò in soccorso, e il volo dalla torre le fu fatale. Alda, infatti, si sfracellò sulle rocce sottostanti, ma la leggenda riporta che non è certo se, ancora oggi, è rimasto, o non, qualcosa di lei, come il suo fantasma.

Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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