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Andar per luoghi sacri: la chiesa ortodossa di Santa Croce

TORINO. La Chiesa di Santa Croce (all’angolo tra Via Santa Croce e Via Accademia Albertina e prospiciente Piazza Carlina), ora di rito ortodosso rumeno, fu progettata da Filippo Juvarra nel 1718 per le Monache Agostiniane (Canonichesse Lateranensi Regolari dell’Ordine di Sant’Agostino). Cacciate nel 1801 dal governo rivoluzionario francese, le monache rientrarono nell’annesso Convento nel 1817, ma ne furono nuovamente cacciate nel 1848, in seguito all’esproprio dei beni ecclesiastici dichiarato dal governo anticlericale.

Nel 1848 venne chiusa al culto per essere trasformata in Ospedale militare; ne seguì un periodo di abbandono e degrado, durante il quale la chiesa fu adibita a “Casa del Soldato”, dove si tenevano spettacoli per i militari. Tra il 1869 e il 1898 fu realizzata l’attuale facciata, ancora mancante. La riapertura al culto avvenne il 14 settembre 1927, nel giorno in cui si celebra l’Esaltazione della Santa Croce, dopo i restauri diretti dall’architetto Arturo Midana, eseguiti su commissione dell’Istituto delle Madri Pie di Ovada, a cui erastato assegnato il complesso religioso. Tra il 2011 e il 2012 l’edificio è stato chiuso per restauri, al termine dei quali è stato affidato alla Chiesa Ortodossa Rumena.

La chiesa, raccolta ma accogliente, ha una pianta in forma ellittica. L’impianto ovale dell’edificio si erge direttamente nella cupola. Il tamburo è composto da un giro di finestre che ne amplificano la luce, insolita ed elegante soluzione architettonica. Otto colonne in marmo di Gassino sono sormontate da capitelli compositi, mentre la cupola, anticamente decorata da fascioni, si chiude in cima (a circa 25 metri) con un lanternino, che fa da pinnacolo, anch’esso dotato di alte finestre che aumentano ulteriormente l’illuminazione interna. Il campanile, realizzato nella seconda metà del XVIII secolo, fu progettato dall’architetto torinese Giovanni Battista Borra: è caratterizzato da una cuspide a ripiani e si sviluppa per  un’altezza complessiva di 30 metri.

All’interno, la pala che sovrasta l’Altar Maggiore è ornata da una Deposizione della Croce di Claudio Francesco Beaumont del 1731. Altri notevoli dipinti adornano gli altari laterali: quello di sinistra ritrae San Pietro in abiti pontificali, opera di Guglielmo Caccia (detto il Moncalvo); quello di destra, una Natività di Giovanni Battista Brambilla. Da segnalare, per finire, gli affreschi di Charles-André van Loo (L’Ultima cena, La Moltiplicazione dei pani, Il bacio di Giuda, Gesù nell’Orto degli Ulivi) che abbelliscono il coro.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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