Economia

Scuola e università al centro del prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani

TORINO. L’ampio spazio dedicato all’università, all’interno del documento “Instrumentum Laboris”, che guiderà la riflessione dei vescovi al prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani, è ricco di suggestioni e spunti. Questo il parere di don Luca Peyron, direttore Ufficio per la Pastorale Universitaria dell’Arcidiocesi di Torino. «Le linee guida, i lineamenta, del Sinodo dei vescovi sui giovani, fede e discernimento, sono un documento importante per la Chiesa, ma non solo per essa. La fonte più citata nel documento sono le parole dei giovani espresse negli incontri che il Papa ha voluto proprio con loro, ma anche quanto riportato dalle Chiese di tutto il mondo è partito da un ascolto attento. I giovani del mondo chiedono di stare loro accanto in quanto si agita nel loro cuore ed in quei luoghi e momenti in cui la loro vita viene decisa. Hanno bisogno di noi e noi tutti adulti, credenti o meno, abbiamo bisogno di loro ma non semplicemente perché sono il nostro futuro pensionistico».

don Luca Peyron direttore Ufficio per la Pastorale Universitaria dell’Arcidiocesi di Torino

Il testo, che guiderà i lavori dei membri dell’assemblea convocata in Vaticano dal 3 al 28 ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, è suddiviso in tre parti, che prendono il titolo dai verbi del discernimento: riconoscere, interpretare, scegliere. L’invito a incontrare i giovani negli ambienti in cui vivono, tra cui hanno un posto di rilievo la scuola e l’università, porta a riflettere don Peyron, che spiega: «Abbiamo tutti bisogno di una rinnovata relazione tra generazioni per sognare, pensare e realizzare un mondo che sia capace di custodire tutti noi: uscendo finalmente dagli schemi centrati sull’io per ricominciare a vederci come un noi. Tendere nuovamente ad un centro, come la parola università ci ricorda, un centro che non è più il singolo con i suoi diritti, ma una comunità con la bellezza delle sue relazioni, una comunità che per noi credenti, è radunata da Dio stesso per stare con lui e da lui essere amata, come avviene ogni domenica nella Messa. C’è grande spazio dedicato ad educazione, scuola ed università in questo documento, e ci impegneremo a farlo conoscere in questi ambienti, a dialogare a partire da esso, in attesa del lavoro che faranno i vescovi con il Papa, un lavoro che ci aiuterà a continuare questo dialogo a servizio di tutti».
Nel documento si dice, tra l’altro, che le istituzioni educative e formative non sono solo il luogo dove i giovani passano buona parte del loro tempo, ma soprattutto uno spazio esistenziale che la società mette a disposizione della loro crescita intellettuale e umana e del loro orientamento vocazionale. Non mancano però i problemi, legati per lo più a sistemi scolastici e universitari che si limitano a informare senza formare, che non aiutano la maturazione di uno spirito critico e l’approfondimento del senso anche vocazionale dello studio. Praticamente tutte le CE sottolineano la rilevanza che scuola, università e istituzioni formative di vario genere hanno nell’accompagnamento dei giovani nel loro percorso di ricerca di un progetto personale di vita e per lo sviluppo della società. È necessario, tra l’altro, coniugare intelletto e desiderio, ragione e affettività; formare cittadini responsabili, capaci di affrontare la complessità del mondo contemporaneo e di dialogare con la diversità; aiutarli a integrare la dimensione spirituale nello studio e nell’impegno culturale; renderli capaci di discernere. Non poche CE di tutto il mondo esprimono apprezzamento per scuole e università cattoliche. Il loro obiettivo, come ha detto Papa Francesco, non è fare proselitismo, ma «portare avanti i giovani, i bambini nei valori umani in tutta la realtà, e una di queste realtà è la trascendenza».

Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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