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Cinque Sette Cinque: i fulgidi haiku di Bruno Baudissone

Dai ciliegi fioriti del Giappone, alle verdi colline del Monregalese

BRIAGLIA (Cuneo). La recentissima raccolta di fulgidi haiku di Bruno Baudissone si presenta con una copertina più che appropriata. Un ciliegio giapponese fiorito, e sullo sfondo, la cima di un vulcano innevato. Suggestiva immagine che ben si addice a questo genere di poesie brevi. E anche il titolo è centratissimo e inquadra il contenuto in modo efficace e inequivocabile.

Io preferisco chiamare gli haiku ‘lampi di poesia’: i canoni che regolano questi componimenti poetici, luminosi e saettanti come lampi, sono alquanto rigidi, e chiamandoli in un altro modo, mi sento più disimpegnato quando li scrivo, e quindi più libero di comporli senza sottostare a troppi condizionamenti.

Secondo i più, gli haiku non dovrebbero avere titolo: a volte, però, un titolo diventa necessario quando siano inseriti in una silloge oppure in un indice, per poterli distinguere tra loro. Negli haiku, la punteggiatura è tollerata e da molti perfino sconsigliata. Ciò che li identifica dal punto di vista metrico è la loro struttura in tre versi: il primo dei quali dev’essere di cinque sillabe, il secondo di sette, il terzo di cinque. Che poi non sarebbero neppure sillabe, ma “more”, come le chiamano i giapponesi. Sul modo con cui sia d’uopo conteggiare le sillabe, ci sono poi almeno due scuole di pensiero. C’è chi si rifà rigidamente alla divisione della parola in suoni, come fanno i giapponesi, e c’è qualche autore più indisciplinato che invece si rifà alla metrica moderna occidentale (dove la parola accentata a fin di verso di fatto lo riduce di una sillaba, mentre quella sdrucciola, lo prolunga di una).

Sarebbe poi opportuno, per ogni mini-poesia di questo genere, un riferimento stagionale, il cosiddetto kigo: non sarebbe infatti un vero haiku quello in cui manchi un richiamo alla stagione cui quel presunto haiku si riferisce (la fioritura di un pesco in primavera, l’innevamento di un monte ai primi freddi invernali, lo svolazzare di una farfalla in estate, il maturare dei grappoli d’uva in autunno, e così via). Di fatto, le maglie dei difensori ad oltranza di questi princìpi si stanno allentando aprendo ai poeti occidentali nuovi spazi di libertà di scrittura, e ciò ha contribuito a rendere la pratica dell’haiku alquanto diffusa, anche per l’innegabile fascinazione che questo genere di poesia, nei suoi essenziali versi, riesce a trasmettere al lettore.

Ma veniamo ai fulgidi haiku di Bruno Baudissone: il Poeta, anch’esso refrattario a certe imposizioni estremiste, però rigorosamente rispettoso dello schema ‘cinque-sette-cinque’ (che non a caso dà il titolo alla raccolta), riesce a fornirci stupefacenti poesie brevi, con la personalissima caratteristica che il primo ed il terzo quinario di ogni componimento sono rimati tra loro, con effetti di particolare efficacia poetica e musicalità. D’altronde Bruno Baudissone è anche un musicista e non poteva non essere sensibile a questo aspetto, che rappresenta un valore aggiunto per i suoi haiku.

Non mancano poi haiku doppi o tripli, ispirati a variegate riflessioni, anche ironiche (Pensieri sparsi) o alle sue passioni, ai suoi affetti, alle sue amicizie, a personaggi celebri o comuni, incontrati nel corso della vita, a Torino (Torino), la sua città natale, ai paesaggi del monregalese, dove ora vive, o ancora ai grandi cantanti lirici e della musica leggera (Pensieri Musicali) da lui incontrati nelle sue interviste e nei suoi reportage in veste di critico ed esperto musicale.

Così commenta l’opera l’Autore: “Ho raccolto in questo volumetto una serie di haiku legati a sensazioni, ricordi, pensieri, talvolta conditi con un pizzico d’ironia. Varie immagini aggiungono un commento visivo ai versi”.

Questo il titolo e i riferimenti del libro: Bruno Baudissone, Cinque Sette Cinque | raccolta di haiku, copyright Bruno Baudissone, Gedi Gruppo Editoriale Spa, Il Mio Libro, 2021. Chi volesse acquistarlo, lo può ordinare su “Il mio libro”, alla pagina: https://ilmiolibro.kataweb.it/utenti/52368/bruno-baudissone/

Le emozioni saranno garantite per chi leggerà questa raccolta davvero intrigante e originale.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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