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Aziende storiche: le bilance di precisione della premiata ditta Antonio Opessi

Il primato della ditta torinese produttrice ed esportatrice di bilance di precisione in tutto il mondo a partire dal 1773

Molti sanno che Torino e l’area metropolitana della prima e seconda cintura torinese hanno rappresentato per  lunghi decenni del Novecento un distretto d’eccellenza internazionale nel comparto dell’industria meccanica di precisione, con un’alta densità di aziende di grande, media e piccola dimensione, operanti nel cosiddetto indotto dell’industria automobilistica, delle macchine utensili, dell’impiantistica, ecc. La maggior parte di queste fabbriche, bòite e officine, è praticamente uscita dal mercato, ma il primato è rimasto in loco: oggi nel Torinese hanno ancora sede molte aziende di punta e di grande prestigio, di recente istituzione, oppure meno recenti, ma che nel tempo si sono evolute, e che ancora primeggiano nel campo della componentistica, della progettazione, della costruzione di linee di produzione ad alta tecnologia, in quello dell’aereonautica spaziale ecc., e costituiscono delle invidiatissime eccellenze internazionali.

È probabile però che non tutti sappiano che il primato di Torino nel campo della meccanica di precisione ha radici che si estendono addirittura al ‘700.  Ebbene, già nel 1773, c’era a Torino un’azienda che seppe imporsi nel mondo per la qualità dei suoi prodotti, simboli per eccellenza della meccanica d’alta precisione: le bilance.

Io stesso non ne ero al corrente. L’ho scoperto casualmente, nel corso di una mia visita ad uno storico frantoio ligure, nella Valle del Merula, nel Ponente Ligure, in località Stellanello. Mi chiederete: cosa c’entrano i frantoi con le bilance di precisione? Svelo allora subito l’arcano: tra vecchi e tradizionali arnesi del frantoio, macine, imbuti, recipienti e damigiane, mi aveva colpito una vecchia bilancia in ferro, posizionata al centro della rustica costruzione.  Riportava sul braccio (quello con le tacche graduate del peso) il marchio in fusione del produttore: Antonio Opessi, Torino. Una piccola targa spiegava inoltre la possente portata della macchina, pari a 15 quintali, ovvero 1500 chilogrammi. Stupefacente! Ma ciò che mi ha affascinato di più è stato scoprire che questa bilancia viene ancora usata nel frantoio per la pesa delle olive raccolte nella valle, prima della spremitura, e non sgarra neppure di un grammo.

Sono rimasto letteralmente affascinato da quel congegno, così robusto da sostenere il peso di venti persone, eppure leggero e aggraziato nell’aspetto, con tutti quei sofisticati marchingegni, pesi e contrappesi che ne compongono la meccanica e ne garantiscono il funzionamento, e soprattutto dalla sua instancabile efficienza, dopo ben oltre un secolo di paziente lavoro, come strumento di pesatura.

Così, mi sono documentato su questa antica fabbrica torinese, scoprendo che l’antica e pluripremiata  ditta Antonio Opessi venne fondata nel 1773, ed è stata operativa e molto attiva almeno per tutto l’Ottocento, e quasi sicuramente anche nei primi decenni del Novecento, con una produzione specializzata di pesi, bilance, stadere e altri strumenti di misura di precisione, apprezzati in ogni parte del mondo.

Curiosando tra le immagini pubblicate sui siti di collezionisti di dépliants, antiche fatture, libretti e manuali di funzionamento di vecchi strumenti meccanici, ho così scoperto che la ditta Opessi disponeva di un grande stabilimento, che era posizionato in Corso Raffaello, all’angolo Via Madama Cristina, con Deposito e Negozio in Via San Maurizio 22. Una locandina di fine Ottocento, riporta un’immagine a volo d’uccello della fabbrica, che pubblichiamo in questo articolo, che rende idea della dimensione dell’edificio industriale, in grado di produrre ogni tipo di stadera (a ponte bilico per la pesa del bestiame  ed altri carichi voluminosi – in piemontese: le bassacule −, stadere a bilico portabile, bilance da banco con base in legno di ebano a piatto tondo, con i relativi pesi cilindrici in ottone), recipienti per misure di capacità di liquidi, aridi, ferro e legno, misuratori dell’altezza dei coscritti nei Distretti Militari, e tanti altri strumenti di precisione, e di esportare i suoi prodotti in ogni regione italiana (Liguria compresa) e in ogni angolo del mondo.

Ah, se qualcuno volesse vedere di persona la bascula di cui vi ho parlato, la può trovare nel Frantoio Morro, sulla strada tra Andora e Stellanello, in Via Divizia 33, in una verdissima valle di pini e uliveti. Ne sarete sicuramente affascinati. Ma attenzione: penso che non resisterete neppure alle specialità del Frantoio, conquistati da tante prelibatezze e dalla gentilezza, oggi rara, dei titolari.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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