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Attentato alla SAA di Torino, se n’è parlato in Regione a 40 anni di distanza

TORINO. Sono passati 40 anni dal giorno dell’attentato alla Scuola di Amministrazione Aziendale (SAA) a opera di Prima Linea, uno degli episodi più cruenti e sanguinosi (10 persone ferite tra studenti e docenti) del terrorismo a Torino. Era l’11 dicembre 1979 e a conclusione di quel 1979, Torino divenne l’emblema di una città ferita, per il tributo di vite umane pagato alla follia dell’eversione terroristica.

Di quella tragica giornata se n’è parlato ieri in un convegno ospitato nell’aula consiliare della Regione in via Alfieri 15. L’iniziativa sarà completata a gennaio da una mostra fotografica, curata da Tiziana Bonomo, che intende coinvolgere gli istituti scolastici di Torino e da un libro che raccoglierà testi e immagini di “Torino Ferita – 11 dicembre 1979”.

L’irruzione armata all’interno della sede della SAA fu preceduta a settembre dall’omicidio dell’ingegnere Carlo Ghiglieno, alto dirigente della Fiat, ucciso proprio da un commando di Prima Linea, sotto casa, in via Petrarca all’angolo con corso Massimo D’Azeglio. L’attacco alla SAA, insieme all’omicidio di Carlo Ghiglieno, si inseriva nel delirante progetto del gruppo terroristico, inteso ad inserirsi con la violenza nello scontro sindacale da tempo in atto nel mondo del lavoro, che soltanto poco mesi prima aveva vissuto un drammatico rinnovo contrattuale dei metalmeccanici.

L’anno 1979 fu un Annus horribilis per Torino, su cui si concentrò l’offensiva di Prima linea fin dai primi mesi con una serie di attentati, tra cui l’uccisione della guardia carceraria Giuseppe Lo Russo e i ferimenti del medico Grazio Romano e della vigilatrice Raffaella Napolitano, entrambi operanti nel carcere torinese delle Nuove.

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