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Andar per luoghi sacri: la chiesa dei Santi Bernardo e Brigida a Lucento

TORINO. La Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida venne edificata in esecuzione di un testamento datato 6 ottobre 1435. Il rogito era firmato da tal Ribaldino Beccuti, feudatario di Lucento, grande proprietario terriero, che intendeva costruire in loco una chiesa parrocchiale per le esigenze spirituali dei contadini delle sue terre, in sostituzione di una cappella preesistente, intitolata a Santa Brigida, non più sufficiente ad accogliere tutti i fedeli residenti nel contado. Era quella un’epoca − nella zona di Lucento come negli altri contadi attorno a Torino − di marcati appoderamenti. Alcuni ricchi possidenti  tendevano infatti ad accorpare in vaste proprietà o contadi,  le minute e frazionate pezzature di terreno già appartenenti a piccoli proprietari terrieri, provvedendo nel contempo a costruire nuovi cascinali ed edifici rurali di servizio e a fornire ai contadini anche chiese e cappelle per le loro necessità spirituali. La Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida venne così costruita secondo le disposizioni testamentarie, ed il nuovo edificio di culto venne consacrato già nel mese di maggio 1462.

Una vecchia cartolina di Lucento

Nel 1605 venne dato avvio ai lavori di ampliamento: furono costruite le due navate laterali e la volta a botte sulla navata centrale. Nel 1654, la reggente Maria Cristina di Francia, che deteneva il giuspatronato sulla chiesa, conferì l’incarico della ricostruzione dell’edificio all’architetto Amedeo di Castellamonte (1610 | 1683). La parte anteriore della chiesa attuale, vale a dire il portico con le due prime cappelle con decorazioni a stucco, risalgono appunto a quell’epoca.

Nel 1658 la famiglia Tana subentrò ai Beccuti nel possesso del Castello di Lucento e nel superpatronato della chiesa. Circa mezzo secolo dopo, sia la chiesa che la casa parrocchiale furono gravemente danneggiate nel corso della battaglia finale per la liberazione di Torino dall’Assedio franco-spagnolo del 1706. Proprio attorno alla chiesa ed al castello di Lucento, il 7 settembre 1706, si giocarono le fasi cruciali dello scontro tra gli austro-piemontesi e gli assedianti franco-spagnoli, ormai asserragliati in un estremo e disperato focolaio di resistenza.

Nei decenni successivi, la Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida fu oggetto di una serie costante di lavori di ripristino, restauro e ampliamento, tra cui il suo prolungamento, la costruzione di due navate laterali, e la ricostruzione del coro. Al piano terreno, nei nuovi più spaziosi locali, vennero ricavate la sagrestia e la canonica; in un apposito ambiente sopra il portico, venne inoltre costruita la cantoria. Nel 1884, su progetto dell’ingegner Ferrante, la chiesa subì un ulteriore prolungamento della navata centrale; furono anche costruite le due cappelle laterali e l’intera costruzione, con alcune modifiche, assunse più o meno la conformazione attuale. Il citato progetto prevedeva anche la demolizione del vecchio campanile, ormai pericolante, ma la sua ricostruzione, sul lato sinistro del coro, per mancanza di fondi, poté essere realizzata soltanto nel 1928, quando venne costruita la nuova casa canonica, su progetto dell’ingegner cav. Franceschetti. Nel 1965 si attuarono i lavori di restauro del battistero su progetto dell’architetto Cesare Filippi mentre, più recentemente, è stato ripristinato l’organo, costruito negli anni Venti da Giuseppe Lingua.

L’ultimo intervento di restauro conservativo risale al 2001, con il quale le decorazioni di questo storico edificio di culto hanno ritrovato lo splendore originale.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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