Cultura & Spettacoli

Un avvincente noir firmato da Roberto Andò tra crimine, introspezione e ironia

Il film Un storia senza nome è stato presentato alla 75ª Mostra del cinema di Venezia nella sezione fuori concorso e sarà nelle sale il prossimo 20 settembre. A Torino è in programmazione al cinema Ambrosio.  Roberto Andò, regista di “Viva la libertà” e “Sotto falso nome”, ci racconta una storia emozionante sia dal punto di vista della narrazione, sia per il metodo cinematografico impiegato per raccontare una vicenda reale della storia del nostro Paese. Alla base del lungometraggio c’è la storia del trafugamento  del quadro della Natività di Caravaggio nell’oratorio San Lorenzo di Palermo, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969.  Il dipinto caravaggesco è una delle 10 opere d’arte rubate e più ricercate al mondo e attraverso l’intrigante narrazione, resa da una sceneggiatura sapiente di Roberto Andò, Angelo Pasquini, Giacomo Bendotti,  il film risulta capace di colpi di scena sapienti che commistionano  il crimine, l’introspezione e l’ironico.

Il regista Roberto Andò

Protagonista è Valeria (Miacaela Ramazzotti), la scrittrice segreta dello sceneggiatore di successo Alessandro Pes (Alessandro Gassmann). La donna entra a contatto con il racconto di un misterioso poliziotto (Renato Carpentieri), sullo smarrimento di un’opera d’arte che si dice sia stata rubata dalla mafia per avere un riscatto dallo stato, un alleggerimento del 41 bis. Nel cast anche l’attrice Laura Morante nei panni della madre di Valeria, la scrittrice, interpretata  in maniera convincente da Micaela Ramazzotti,  che diviene  detentrice di un segreto  trovandosi in una situazione insolita per lei. La vicenda racconta di un evento non estraneo al nostro Paese, ricordando il periodo del sacco di Roma dove nobili reliquie  e  arazzi venivano rubati, trasportati per mare o per terra per combattere le guerre di religione  e di stato dell’Impero politico di re Carlo.  Emblematico  è  il ricordo degli arazzi La conversione di Saul e Paolo di fronte all’Areopago   acquistati per 500 scudi dal figlio di Isabella d’Este, che aveva l’obiettivo di riconsegnarli nelle mani di Clemente X dietro un adeguato rimborso. Durante il loro trasporto furono  rubati  dai pirati ed Isabella non li ritrovò più. Le guerre di religione e politiche come si evince attraverso uno sguardo attento sulla storia, si ripercuotono anche sull’arte.

Il risultato finale è un noir che racconta la vicenda  di  un’inchiesta su un crimine di stato reso attraverso dialoghi intimistici e claustrofobici, svolti con azioni da scene di  crime poliziesco.  Le riprese dall’alto, che intervallano l’azione, sottolineano l’ambientazione con una nuova forma che fornisce slancio allo sviluppo drammaturgico.  Le riprese aeree e degli interni sono degni del direttore di fotografia  Maurizio Calvesi, candidato al David di Donatello per il migliore autore della fotografia  nel 2003,  e  Nastro d’argento  come migliore fotografia. Le musiche sono di Marco Betta.

Una storia senza nome. Regia: Roberto Andò. Cast: Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Alessandro Gassmann, Jerzy Skolimowski. Genere: noir. Durata: 110 minuti

Maria Antonietta Maviglia

E' laureata al Dams dell'Università degli Studi di Torino, indirizzo teatro, con tesi su Paolo Rossi e le sue storie per un delirio organizzato, realizzata in collaborazione con l'attore. Iscritta all'ordine dei giornalisti pubblicisti di Torino, è amante dell'arte della musica e del teatro.

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